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Ho consumato ogni parola.
Dentro ne ho tante, tutte rassegnate, mute,fredde.
Tutte mi parlano irrimediabilmente di Lui, e sono come un grido che invade la testa massacrandola.
Non so esattamente come spiegare quello che sento e forse nemmeno esiste una forma grammaticale adatta.
So solo che dalla sua morte le mie fasi emotive si sono alternate, oscillando come altalene stanche.
Inizialmente c'è stata la speranza che nulla fosse vero e che fossi stata io ad immaginarmi tutto. Persino il giorno del suo funerale io continuavo a sperare che le cose sarebbero cambiate, che tutto si sarebbe risolto.
Non è stato così.
Ed è stato quando ho compreso che lui non sarebbe più tornato ad iniziare a sprofondare nell' amarezza di una vita senza lui. Allora si che la mia disperazione è stata totale, allora si che la mia anima ha iniziato a straziarsi, a perdere il senso della realtà.
Poi, dopo quel periodo se n' è aggiunto uno nuovo:la rassegnazione, il sapere che ci sarebbero stati ancora tanti giorni e tutti lontani da lui, dal suo sguardo.
Allora credevo però che col tempo il mio dolore sarebbe a poco a poco diminuito, pensavo scioccamente che la sua mancanza sarebbe stata sempre meno devastante.
Sbagliavo.
Sbagliavo e l' ho compreso nel mio periodo attuale.Ora so che fin quando avrò voce, respiro,fiato pensaerò a lui.
Ora so che tutta la forza che posseggo verrà sempre utilizzata per parlare di lui, per renderlo vivo almeno nel ricordo.
Ora so che ogni volta in cui andrò al cimitero dove si erge la sua lapide sarà impossibile trattenere il pianto.
Ora so che per sempre penserò al mio indimenticabile uomo che se n'è andato così, con un soffio di vento.
E sta ancora volando.
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