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Storia dolce, vera,raccontata da un mio amico:-
Da bambino, mi rifugiavo dai miei nonni materni, a viale Manzoni. Negli anni Settanta quel frammento della Roma umbertina non era ancora la variopinta casbah che amo nei momenti di buon umore e che vorrei incendiare come Nerone in quelli di pessimo.
Passavo i miei pomeriggi girando per Colle Oppio. O mi piazzavo in un bar, accanto ad un elettrauto. Guardavo i ragazzi più grandi giocare a flipper. E un vecchietto, seduto in disparte. Capelli bianchi. Rughe e cicatrici ne ferivano il viso.
Era ingobbito dagli anni. Tremava continuamente, in compagnia di una sigaretta accesa. Molti gli pagavano da bere, in cambio di una storia.
Faceva di cognome Anzini. Diceva di aver fatto il pugile. Che faceva cinque incontri a notte all'Ambra Iovinelli. Che era stato campione italiano. E che aveva combattuto per l'europeo.
Ci raccontava i suoi incontri, facendoci innamorare della nobile arte. E ce lo immaginavamo giovane e splendente. Un giorno lui, decrepito, con un pugno mise a terra un bullo, lasciandoci a bocca aperta.
Con l'età, ho messo da parte questi ricordi. Oggi, per caso, navigando in rete, trovo questa notizia
1929 Campionati d'Italia del Nord e del Centro Sud : Rimini: scontro dei due titolati "nordisti" Neri e Rodriguez contro i "sudisti" Anzini e Bianchini di Roma
E non so se vergognarmi di non aver troppo preso sul serio le sue storie o essere fiero d'avergli voluto bene.
Gli anziani sono biblioteche viventi, non abbandonateli!
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