Salve, possiamo parlare? Datemi una risposta veloce, vi prego. Per restare qui ho troppo poco tempo.
Scusate, potete ascoltare? Lo prometto, sarò breve. Porterò via da voi solo pochi secondi. Necessari per iniziare la base di una banalissima conversazione.
Dico sul serio, non mi credete? Sarò breve, perché in tutta la mia esistenza sono stato abituato ad essere breve. Non ho mai avuto troppo tempo per fermarmi a parlare.

E in ogni caso, quando ci ho provato, non c?è stata mai anima ad avermi voluto ascoltare.

Siete pronti per parlare? Ne sono felice, ma me ne dispiace. Me ne rammarico ogni volta. Ma devo ancora scappare. Non posso mai restare troppo a lungo fermo. È per questo non posso nemmeno legarmi a qualsiasi cosa o essere vivente. Perché appena mi affeziono arriva il momento in cui me ne devo già andare. Andare chissà dove... per cercare qualcun altro che mi sappia ascoltare.

Prima di andare vi dirò: io sono il vento. E la mia eterna condanna, forse per non aver mai ascoltato gli altri, è quella di non essere mai ascoltato. Ma vi giuro... ogni volta che sarete su di uno sconfinato prato. Ogni volta che piangerete. O che sarete afflitti da dolenti ricordi. Se sentirete il mio respiro sulla vostra pelle. Significa che io sono stato li con voi, ad ascoltare il vostro sfogo, e a cercare di consolarvi.

In cambio chiedo una cosa: cercate di ascoltare anche me qualche volta.