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Provo a scrivere, dico provo, perché non so se ne sono ancora capace, perché mi sento spenta, vuota, come ad una marionetta a cui hanno tagliato i fili... Sono morta lo so, per quanto ancora il sangue scorra nelle vene sono morta, morta dentro, perché la mia anima se ne andata, quell?anima sognatrice composta di sogni è andata via assieme a loro...
Non so più nulla, la mia testa è vuota, non sono più capace di pensare, di capire, di credere o sperare, non so più fare nulla di tutto ciò... ciò che riesco a fare ora è continuare meccanicamente ciò che la mia mente ha fatto negli anni della mia vita, il resto sembra a me precluso.
Sono cosciente della tua condizione e di quelli che sono i tuoi limiti, ne sono cosciente ora, ma forse non lo sono sempre stata e stupidamente mi sono aggrappata con tutta la forza che avevo a quel sogno che avevo sempre avuto, l?unico sogno che abbia mai contato per me, non capendo che per quanto tu sia il mio principe non mi sarà concesso averti.
E in questo sta il mio limite, sta nel pensare che l?amore, quello vero, quello delle favole sia più forte di tutto. Non è vero e questo è stato il muro contro cui mi sono schiantata tre giorni fa, e forse questo muro l?ho pure scelto, preferendo mettere in discussione ciò a cui ho sempre creduto piuttosto che iniziare a pensare che ciò che provi per me non è poi così grande o forse non è semplicemente l?amore che intendo io.
Vedi Sgraz, io a differenza di te, non sono mai stata capace di essere felice per trasposizione, per il riflesso della felicità altrui, fosse anche quella dei miei figli.
Ho sempre saputo questo e forse questo è il motivo per cui di figli non ne ho avuti e voluti, cosciente come ero che, per quanto da me amati, non sarebbero mai riusciti né a trattenermi né ad avere quell?amore di cui hanno diritto.
Questo è il motivo per cui a tratti io non ti comprendo, anche se vorrei, non ci riesco proprio, perché la mia natura è diversa, ed è proprio per assecondare questo mio modo di essere che ho fatto scelte tanto dolorose assumendomene in pieno la responsabilità.
Non sono arrivata ad essere la persona che sono senza aver fatto scelte o cambiamenti, quando 12 anni fa mi sono sposata l?ho fatto consapevolmente e credendo di poter mantener quell?impegno che prendevo sia con me stessa che con l?uomo che stavo sposando.
Così non è stato e un giorno ho dovuto prendere coscienza del fatto che quella famiglia e quel nostro essere noi non aveva il carattere dell?immortalità... avevo semplicemente commesso un errore di giudizio volendo chiudere gli occhi sul fatto che lui non era l?uomo capace di farmi volare, quel principe che avevo sempre sognato.
Non è stato facile chiudere quel matrimonio, non lo è mai, perché volente o nolente ti rimane in bocca il sapore ferroso del fallimento.
Ti dico altro, potessi tornare indietro rifarei esattamente tutto nello stesso modo, perché in quel momento ci credevo, anche se adesso a distanza di anni a chi me lo chiede rispondo che non è vero, che io sapevo... beh non sapevo proprio un bel nulla e forse è la prima volta che lo confesso, io a quel matrimonio ci ho creduto e l?ho fatto fino a quando improvvisamente mi sono resa conto che ero capace di amare qualcuno più di lui...
E? quel sentimento che mi ha fatto capire che la mia felicità era altrove, lontano da mio marito, ma anche da quell?amore che per quanto bello non era sufficientemente grande per essere considerato quello della vita.
La vita è fatta di prove e di progetti, che possono rivelarsi sbagliati e facendolo ci fanno sentire sconfitti, ci palesano la nostra inadeguatezza, ma il bello forse sta proprio in questo perché ogni volta si cresce un po?, si cresce di un altro palmo.
Siamo esseri umani e siamo imperfetti e commettiamo degli errori, chi ti scrive ne ha commessi tanti, e nel commetterli mi sono sempre assunta la responsabilità sia degli errori che delle possibili conseguenze, ma mai, dico mai mi sono dimenticata che la prima responsabilità che ha un essere umano è quella verso se stesso.
La scelta che tu pensi io ti abbia chiesto non è ?un prendere o lasciare? un metterti alle strette, un dirti a fior di labbra rinuncia ai tuoi figli per me... non è ciò che voglio e lo sai, perché io non ho bisogno di averti ogni attimo con me per essere felice ma ho bisogno di te e che tu mia stia accanto per sempre e di avere il nostro amore come sostegno.
La mia è piuttosto una considerazione esistenziale, il volere un uomo che mi scelga per ciò che sono, che mi voglia con tutto se stesso e che creda tanto in noi da non mettermi in secondo piano, io questa scelta l?ho fatta, consapevole di tutto ciò che è la tua realtà, una realtà che nell?attimo in cui ti ho scelto è diventata anche la mia.
Comunque, questo alla fine ormai è passato, ma mi sono sentita di dirtelo, per farti comprendere, per farti capire perché ora io mi senta così vuota.
Ho sempre combattuto nella vita, l?ho sempre fatto dal giorno in cui sono nata, ma ho anche combattuto qualcosa di reale, un nemico reale e l?ho fatto in nome di un sogno, un sogno che era appuntato al mio petto sotto l?armatura.
In questo momento non ho nemici, perché i nemici che forse qualcuno vedrebbe come tali, sono i tuoi figli e tu e io preferisco soccombere a questi nemici piuttosto che lottare... e non ho né un?armatura che ho tolto il giorno che ti ho incontrato e neppure il fregio che avevo appuntato al petto.
So che tu vorresti, ma proprio non riesco a lottare, perché non ne ho la forza, perché mi sento svuotata, perché mi sento mio malgrado morta. Avevo un unico sogno e mi è stato strappato con la forza e credimi non riesco, immersa come sono nel dolore neppure a galleggiare... mi sento solo affondare sempre più in un liquido melmoso e non ho la forza di muovermi.
Non so quando e come toccherò il fondo, so solo che ogni giorno che passa quel fondo è più vicino e che mio malgrado le uniche braccia che possono salvarmi sono le tue, ma per farlo devi anche tu buttarti...
Per il resto mi limiterò ad aspettare, consapevole che il tempo per quanto a me sembri fermo, scorre e quello che a me resta è quello che mi separa dal raggiungere quel fondo.
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