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Dedica a cui stai rispondendo

Ho corso per te. Con gli Evanescence nelle orecchie, la disperazione negli occhi e la rabbia incontenibile nelle gambe. Il cuore contratto. La mascella serrata.
E per un attimo mi è parso che mi fossero state rese quelle stesse emozioni che tu mi regalavi. Solo per un attimo.
Poi mi sono strafocata di Marlboro e cubalibre. Da perfetta idiota. Da perfetta disperata.
"E..SE HAI BISOGNO E NON MI TROVI CERCAMI IN UN SOGNO..." Stessi pensieri, stesse preghiere, stesso dolore, stessi occhi sbarrati nel buio che non riesco a sondare. E ogni giorno si ripete uguale. E ogni notte si ripete uguale.
M'invento mille sorrisi, battute e scherzi. E quando parlo lo faccio a voce alta, concitatamente, gesticolando, affannandomi, perchè il tuo silenzio mi è insopportabile. E'la tacita crudeltà della tua assenza ad atterrarmi. E quando non parlo canto. E quando la mia gola è completamente scartavetrata smetto di cantare e ascolto la musica. E leggo. E lavoro. E corro. E fumo. E faccio l'amore. E mi compro il milionesimo paio di ballerine. E mangio un cono fragola e pistacchio. E non avrei voglia di fare nessuna di queste cose, se l'istinto di sopravvivenza non mi obbligasse a cercare di distogliere la mia parte conscia - e anche quella inconscia- da te.
Ma è lampante. Lo sanno tutti che è una squallida recita, che sono solo un'attricetta da quattro soldi che arriva con impeto sulla scena ma poi si dimentica le battute. Che farei meglio a ritirarmi, a fare da me, a smetterla di inquinare tutto ciò che mi circonda con il mio veleno.
Non sanno però che quel veleno ha un nome. E quel nome è Doriana.

Era leggiadra come una farfalla quando mi ha lasciata qui. Credo i nosti corpi avessero suppergiù lo stesso peso. Cioè una piuma.
Era piena di disperazione quando mi ha lasciata qui. Credo le nostre anime avessero suppergiù lo stesso peso. Cioè un macigno.
Solo lei sapeva. Solo lei conosceva a memoria le zone illuminate e quelle buie del mio essere. Solo lei non ne aveva paura. Solo lei riusciva ad essere lì a tenermi la testa mentre vomitavo, cioè la metà della mia vita.
L'altra metà stavo abbracciata a lei.
Oggi la metà della mia vita la passo ancora a fare la spola tra un frigo e un cesso. L'altra metà sto abbracciata al dolore. A volte riesco a fare entrambe le cose insieme, cioè a vomitare sul dolore...Ma lui non si sposta...