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Questo stillicidio di disperazione, frustrazione che trasuda dalle decine di messaggi,è solo una effimera consolazione che si prova nel constatare la triste diffusione della solitudine. Purtroppo, aldilà di facili frasi rassicuranti, di inviti alla reazione, di consigli, per chi vive la frustrante condizione dell'isolamento e la buia prospettiva di un orizzonte sempre più lontano, la realtà cruda e straziante prevale sull'illusoria e vana attesa di un cambiamento.Per mia esperienza (ho 32 anni di cui 11 trascorsi nella progressiva segregazione)pìù il tempo passa, maggiore è la difficoltà di uscirne. Dopo anni è praticamente impossibile. Sì perchè si perde completamente cognizione della realtà,il mondo si modella secondo il nostro "status",si logora la psiche, si sfascia l'autostima, si generano fobie ed ossessioni, si sgretola l' adattabiltà sociale, si è deprivati di quel bagaglio di esperienze (affettive-sentimentali-fisiche) come se un adulto volesse affrontare l'università avendo a malapena conseguito la scuola elementare. I casi sono due; i tipi di reazione di fronte a questa prolungata ed intensa condizione di isolamento non potranno alla fine essere che due:il primo è soccombere (ovvero darsi alla morte o impazzire, diventare alcolizzato o drogato);oppure rassegnarsi e dominare la propria esistenza, trasformando la propria situazione di disagio verso la gente in disprezzo e repulsione verso la stessa. E'desolante e scabro, ma realistico. Non ci sono vie d'uscita.Nessuna speranza, nessun miraggio.
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