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Dedica a cui stai rispondendo

Se suoni la tromba, sul mare sei uno straniero, e lo sarai sempre. Prima o poi, è giusto che torni a casa. Meglio prima, mi dissi.
"Meglio prima," dissi a Novecento. E lui capì.
Si vedeva che non aveva nessuna voglia di vedermi scendere da quella scaletta, per sempre, ma dirmelo, non me lo disse mai. Ed era meglio così. L'ultima sera, stavamo lì a suonare per i soliti imbecilli della prima classe, venne il momento del mio assolo, incominciai a suonare e dopo poche note sentii il pianoforte che veniva con me, sottovoce, con dolcezza, ma suonava con me. Andammo avanti insieme, e io suonavo meglio che potevo, oddio, non ero Louis Armstrong, ma suonai proprio bene, con Novecento dietro che mi seguiva ovunque, come sapeva fare lui. Ci lasciarono andare avanti per un bel
po', la mia tromba e il suo pianoforte, per l'ultima volta, lì a dirci tutte le cose che mica puoi dirti, con le parole. Intorno la gente continuava a ballare, non si era accorta di niente, non poteva accorgersene, cosa ne sapeva, continuavano a ballare, come se niente fosse. Forse qualcuno avrà giusto detto a un altro: "Guarda quello con la tromba che buffo, sarà ubriaco, o è matto. Guarda quello con la tromba:
mentre suona, piange".

La leggenda del pianista sull'oceano - Alessandro Baricco