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Ascoltando il rumore della terra che scricchiola sotto i miei anfibi, ma anche semplicemente osservare un cartello stradale attraverso il finestrino dell'autobus che si allontana...mentre il mezzo macina chilometri e chilometri, in senso metaforico mi fanno dire a me stessa-Quanta strada ho percorso...-.Mi sembrano trascorsi anni eppure se li conto non sono poi così tanti...solo un anno fa in questo periodo sembravo ancora una ragazzina, con quei capelli biondi raccolti in due codini sbarazzini, con l'unico desiderio che alla mia prima esperienza al liceo...sarei stata l'amica di tutti i miei nuovi compagni di classe, che avrei ottenuto risultati soddisfacenti a scuola, che non avrei mai più avuto problemi di nessun genere...Ripensandoci ora quanto fui ingenua.è naturale che in una classe di liceo non si può andare con tutti amore e daccordo, che con qualcuno si può normalmente litigare e legare di meno, così come è ovvio che non tutte le fatiche scolastiche portano a grandi successi come è altrettanto vero che nella vita di problemi se ne incontarano sempre di nuovi.Ma cosa dovevo pensare io?Non ero ancora abbastanza matura e sognavo una nuova vita tutta diversa da quella vissuta ai tempi delle medie.Avevo dodici anni, ero finita in una classe dove gli insegnanti davano voti e classificavano gli alunni in base alle simpatie e al ceto sociale, io non sono ne ricca ne povera, nella media ma ero loro molto antipatica.Ci sono state occasioni dove l'insegnante di scienze mi segnava quattro insufficienze sul libretto senza avermi interrogata a sufficienza, dopo avermi posto una sola domanda alla quale magari avevo saputo rispondere per poi chiedermi qualcosa di inerente ad argomenti non ancora affrontati...con questo mi segnava e anche ad altri miei compagni che come me hanno poi che prima chi dopo finito per essere bocciati.Era un continuo giro di brutti voti...gli insegnanti parlavano male di me...dicevano che ero sciocca, inutile e che non avrei mai combinato niente nella vita...la mia famiglia vedeva i miei risultati scolastici e mi rimproverava mi diceva che ero un fallimento...tutto questo mi portò alla disperazione e visto che volevo essere aiutata ma credevo che nessuno mi capisse decisi di mettere in evidenza il mio dolore praticando autolesionismo...un gesto stupido che mi è costato solo umiliazioni e tristezza e che non consiglio a nessuno di imitare...la goccia che fece traboccare il vaso cadde il 24Aprile2003 se non ricordo male...giorno della consegna della verifica di scienze per la quale avevo studiato tanto...disperata presi un compasso e mi autoferii al polso senza pensare...fu un atto spontaneo, un gesto sconsiderato ma spontaneo...finii immediatamente in infermeria...stupida e ingenua speravo che ora gli insegnanti, i compagni e la mia famiglia avessero capito...non fu così,la prima persona fu la bidella a dirmi-Vergognati!Pensa che dispiacere che dai alla tua famiglia!Fai così solo per farti vedere!Vattene subito in classe invece di startene qui a piangere o perdi la lezione!-...Forse ripensandoci ora un briciolo di ragione la bidella la aveva ma tanta freddezza e indifferenza nei riguardi dei miei sentimenti fu un vero shock...i compagni presero in seguito a deridermi a darmi della pazza...la mia famiglia disse che ero una vergogna e da quel giorno mia madre per l'imbarazzo non si presentò più ad accompagnarmi a casa alla fine della mattinata...seguì un altro anno di tortura poi la bocciatura...una cosa tanto brutta ma che mi liberò da quella trappola...cambiai la sezione dopo un colloquio con il preside ero fra i primi della classe in seguito a quei due anni di tortura...affrontai gli esami uscendo con una buona media...alle superiori sognavo una vita diversa...non ne sono soddisfatissima ma almeno non soffro più come allora...guardandomi i polsi noto ancora le cicatrici che mi porto dietro da quando avevo dodici anni...l'estate dei miei 16 anni...dove ricordai il mio passato...decisi di cambiare nell'aspetto come questi anni mi hanno fatta maturare interiormente...attraverso minigonne scozzesi...anfibi...obretto blu...cerco indirettamente di rispecchiare il mio animo ferito ma ora calmo...tranquillo...libero. guardandomi allo specchio...vedo un'altra me...ma sempre me stessa.Osaki N.
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