Così, per lei, ho sacrificato molte cose. Ultimamente, però, riflettendo su questa convinzione dell?anima gemella cominciavo a pensare che, se fosse stata un?idea sbagliata, avrei perso la grande occasione della mia vita. Amare. Amare veramente. Magari non è vero che ci si riconosce subito. Magari prima bisogna aprirsi, liberarsi da mille paure, da mille atteggiamenti, da mille armature. Forse bisogna anche un po? imparare a stare con le persone, e non aspettarsi gli incastri perfetti. Comunque, crescendo a tutta questa storia del colpo di fulmine, conservavo una forma di verginità. Conservavo gelosamente uno scrigno pieno di parole mai pronunciate, gesti mai compiuti, sguardi e sentimenti mai vissuti, mondi mai visitati. Alla donna della mia vita, il giorno che l?avrei incontrata, avrei donato un campo di neve immacolato, intatto, mai calpestato prima, senza nemmeno il segno di una piccola impronta. E sarebbe stato tutto suo, solamente per lei. E io, quel campo innevato, lo proteggevo. Lo proteggevo e facevo la guardia da anni come un custode fedele, aspettavo. Aspettavo senza nemmeno conoscere la faccia di chi avrebbe avuto in esclusiva il libero accesso. Solo per lei. Le parole che avrei pronunciato, i gesti, gli sguardi e le sensazioni che sarebbero nati da quell?incontro sarebbero stati ?perlaprimavolta?. Sarebbero stati pieni di emozione, pieni di energia. Potenti, puri, carichi di luce e forza. Forza acquistata con la rinuncia, la fede, l?attesa, l'amore.

E? una vita che ti aspetto ? Fabio Volo