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Il mio dilemma serale non verte più, come accadeva tempo fa, sugli abiti da indossare l?indomani e sulle scarpe da abbinare. L?interrogativo adesso è un altro ed è sempre lo stesso da una settimana ormai: verrai domani all?università? Mi dedicherai un altro dei tuoi sorrisi? Sei arrivato nei miei pensieri in un modo imprevedibile ed estremamente veloce. Ma dopo quella fiamma iniziale che come un vortice mi ha trascinata in uno stato di ansia e di trepidazione fisica e psichica, tutto tace. Ieri sei arrivato tardi assieme ai colleghi con i quali viaggi in treno. Io, seduta già 5 minuti prima che la lezione iniziasse in un posto strategico tale da consentirmi di vedere tutti e di essere guardata, avevo perso le speranze quando, all?improvviso, la porta dell?aula si è aperta e dopo Rosa e Franco sei entrato tu. Jeans scuri, scarponcini neri, maglione grigio con cerniera, sciarpa colorata e giubbottino nero. Zainetto alle spalle e occhiali da sole come sempre. Capelli con ciuffetto, ma senza gel, come ti piacciono tanto. Quando ti ho visto entrare il nodo alla gola che mi si era formato per la scontentezza di non averti trovato in aula si è sciolto. E? incredibile come basti lo sguardo di una persona a cambiare un?intera giornata che, altrimenti, sarebbe volata via pesante e senza significato. Ti sei seduto in seconda fila: da lì potevi osservarmi di profilo e infatti lo hai fatto. Io mi voltavo sempre verso di te e quando non volevo dar nell?occhio ti sbirciavo in modo nascosto. Decine di volte i nostri occhi si sono incrociati e... ..hai uno sguardo seducente, devo ammetterlo. Sei ammaliante, sei uomo! Primo intervallo: mi alzo dalla sedia, chiudo il libro, mi volto e tu eri in piedi, intento a rimetterti il giubbotto, ma come in attesa che io mi voltassi. Appena l?ho fatto, tu mi hai sorriso... wow! Ho toccato il cielo con un dito e mi sono sentita viva dentro di me per tutti i 10-12 secondi in cui ci siamo ininterrottamente scrutati e sorrisi. Così... senza dire una parola. Poi, alla macchinetta del caffè vedendomi ti sei avvicinato e hai detto: ?Ehi, ciao! Tutto a posto??. Io ti ho risposto di si e poi ho tratto spunto dall?errore commesso nel cliccare la dose dello zucchero per dirti che avevo sbagliato e che adesso mi sarei trovata con un caffè amaro. Anche tu hai preso un caffè e gentilmente me lo hai offerto. Ero troppo emozionata per capire che se eri lì e se anche dopo aver finito il caffè sei rimasto appoggiato al distributore, lo facevi solo e soltanto perché c?ero io e perché ti avrebbe fatto piacere parlarmi. Rientrati in aula ci siamo guardati spesso, anzi spessissimo. Sei bello così tanto che non riesco a trovarti un termine di paragone. Corrispondi ad ogni parametro di riferimento di quello che io definirei il mio modello di ragazzo ideale. Ma... . oggi non sei venuto a lezione e io come una pazza mi giravo ad ogni rumore sperando che fosse quello della porta da cui saresti dovuto entrare. E domani? Verrai? In fondo è l?ultima lezione del semestre. Ti prego, sii presente... So che non puoi sentirmi, ma te lo sto chiedendo con tutta la forza che ho dentro di me... con tutto il desiderio che una ragazza invaghitasi per un colpo di fulmine possa provare. Se c?è qualcuno tra voi così gentile da volermi scrivere qualcosa, ne sono felice. Mi sentirei meno sola e per ora ne ho proprio bisogno... Grazie.
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