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Ce l'hai con me e fai bene. Anch'io ce l'ho con me stessa e non con te. Fai di tutto per me, per farmi sorridere, per rendermi contenta, ma io non riesco a capirlo o forse semplicemente ad accettarlo, anche se lo so, anche se lo vedo.
Non so perché sono triste, scontenta e scostante, me lo domando e semplicemente incolpo te, ma immediatamente dopo capisco che non sei tu. E? troppo facile incolpare te quando non riesco a capire cosa c?è che non va in me, e più cerco di scoprirlo e capirlo, e più sono triste e scontenta.
Mi succede anche con i miei genitori, con mia figlia, quando non vengo capita e compresa, o semplicemente ringraziata per quello che faccio, li incolpo e me la prendo con loro e fuggo, quando invece sono io il problema. Allora cerco di capire perché mi sento così, perché mi comporto così, perché sono irriconoscente, perché sono triste e non trovo risposte, e fuggo da me stessa.
Non riesco a vedere il giovamento di quello che faccio per te, per loro, perché forse non mi basta il vostro ringraziamento o semplicemente perché non sento di aver fatto abbastanza e mi punisco con la tristezza. Non lo so.
Tu sei grande, sei stato grande ultimamente, paziente e ce l?hai davvero messa tutta per rendermi felice e importante. Dirti grazie adesso non serve a molto, lo so, ma lo sento e lo sentivo, ma non riuscivo ad accettarlo, perché mi sento in colpa di non essere capace di riconoscerlo subito. E? questo il mio problema.
Io ho desiderio di fare di più per te, ogni istante, ma non ci riesco. Ti faccio un esempio pratico: quando sabato pomeriggio mi hai sistemato la macchina, ti ricordi, ti ho detto ?fallo con calma domani con la luce, perché devi sporcarti ora, al buio e ora che sei vestito bene per uscire, ti sporchi e rovini il giubbotto di pelle?, beh, semplicemente mi preoccupavo per te, per il tuo giubbotto, non eri obbligato a farlo in quel momento. E mi sono sentita inutile vedendo che tu avevi comunque voglia di fare qualcosa per me, nonostante il rischio di sporcarti. Il tuo altruismo era più grande del mio. Ed io mi sono rattristata, non arrabbiata, e non ho riconosciuto e capito, o semplicemente accettato, che la tua voglia di fare qualcosa per ME era più grande.
Tu non mi capisci e sinceramente non mi capisco neanche io, ma ti garantisco che non voglio farti del male, farti soffrire, farti star male e farti la guerra, tutt?altro. Ma fin quando non riuscirò a cambiarmi, continuerò inevitabilmente a darti calci in faccia (come dici tu) e questo sinceramente non lo voglio assolutamente, perché non te lo meriti.
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