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Ho sognato, ogni giorno della mia vita, ho sperato, anche quando tutto dentro di me diceva che non aveva senso farlo, a momenti ci ho anche creduto, quei rari momenti in cui ti senti padrone del mondo e soprattutto padrone della tua vita, artefice del tuo destino.
Poi una mattina ti svegli e una nuova consapevolezza prende forma. Anche se c?è il sole, i tuoi occhi vedono solo il grigio che hai dentro, la mente è frastornata da una nuova verità e non ti dai pace, combattuto tra desideri e realtà, tra ciò che vuoi e ciò che hai.
E i sogni, come castelli di sabbia, si sgretolano, sotto le tue mani, che con abilità gli avevano dato la giusta forma, sotto i tuoi occhi, che con amore li avevano visti nascere, e capisci che è stato tutto inutile, che nulla ha più senso.
Perché la vita non è mai come te la immagini, non è mai come l?avevi vista nei tuoi sogni più belli. La vita è un?altra cosa, lei fa la sua strada e tu cerchi di starle al passo, ma con scarsi risultati. E allora ti ribelli, ti divincoli dalla sua presa, cerchi di fare una strada tutta tua, ricominci a costruire sogni e speranze. Perché non vuoi rassegnarti a vivere senza, non vuoi rassegnarti a vivere una realtà che non ti appartiene, non vuoi scendere a compromessi, non vuoi cedere di un passo. Ostinato sognatore senza un posto nel mondo, ma che di un posto ha pur sempre bisogno, per vivere. Ed è quello il momento in cui cominci a farti del male, in cui cominci a graffiarti e a ferirti, in una lotta impari e senza senso, una guerra che sei destinato a perdere.
E quando capisci questo, è troppo tardi. Sei come un animale selvatico che dopo aver lottato con tutte le sue forze, dopo aver opposto resistenza, finisce in gabbia e diventa l?ombra di se stesso. Vacuo e sofferente lo sguardo, malfermo e rassegnato il passo. Nemmeno l?ombra di un pensiero nei suoi occhi.
E? cosi che mi sento. Vinta. Vinta in una realtà che spesso sento ostile per aver troppo sognato e per aver dovuto infine rinunciare ai miei sogni.
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