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Sono qui e non riesco a studiare, a concentrarmi... non capisco perchè è successo... e non capisco perchè ci sto male. Penso a quel banco vuoto in classe e sto male... è strano, penso al banco e non a te. Ora sì, ora mi sembra quasi di vederti. Rivedo la professoressa che entra in classe e ci dice che poche ore prima eri morto, travolto da un camion mentre eri in bicicletta. Tutto questo solo ieri.
All'inizio sono rimasta come apatica, come se la ua morte potesse scivolarmi addosso... poi, all'uscita di scuola, cercando invano i tuo volto tra le lacrime di chi come me ti conosceva, il vuoto mi ha risucchiata, totalmente. Non avevo mai pensato che qualcuno di noi compagni potesse morire. Mai. E se fossi stato tu a morire non potevo credere che sarebbe stato così male, anche se ormai in classe i rapporti con noi compagni li avevi guastati tutti a causa delle tue bugie. Ora capisco che non erano semplici mensogne, che non volevi ferirci quando ti sei inventato di avere tanti amici in un'altra città, quando con gli occhi che brillavano ci raccontavi di loro ed invece era solo fantasia... tu ti sentivi solo, non è così?? Ripenso al banco vuoto e a tutte le volte che non ti abbiamo compreso, io in prima persona che ti ho urlato contro tutto il mio disprezzo, che ti ho accusato di essere un pazzo che voleva solo stare al centro dell'attenzione... piango. Non potrò più rimediare a tuto questo. E' forse egoismo il mio. Non ho mai capito cosa ti costasse sparire per un mese in estate e stare chiuso dentro per poi dirci che in realtà eri stato in quell'altra città. Sicuramente ti costava fatica e dolore... come abbiamo potuto insinuare che tu lo facessi solo per il gusto di mentire? Allora sì che saresti stato davvero pazzo... ora te ne sei andato ed io ho lasciato i miei occhi lucidi e il mio cuore su quel banco... sperando che magari da lassù tu possa leggere ciò che ho scritto con parole mute: MI DISPIACE.
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