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Dedica a cui stai rispondendo

Vorrei parlare a lungo e in santa pace con te, intanto c´è una cosa che devo dirti - scriverti: io TI AMO. Me ne rendo conto ogni giorno che passa; me ne rendo conto quando ti vedo, quando non ci sei, quando sono sobrio o quando sono ubriaco, quando faccio cose semiserie o quando faccio stupidaggini, quando la notte mi sveglio e ti vedo di fronte a me, poi mi sveglio veramente e mi accorgo che in realtà tu non sei con me; ti amo anche quando ti odio.
Mi sento in grado di fare, per te, le cose più assurde, più folli, più inutili o preziose: mi batterei come un eroe da strapazzo dei fumetti, rinnegherei le idee più sacrosante che ho elaborato, morirei (e non è un modo di dire), ma non mi sento in grado di fare l´unica cosa giusta e veramente coraggiosa che potrei fare per te: non mi sento capace di rinunciare a te. Sei entrata nella mia vita lentamente, nella mia testa hai assunto le forme più diverse, ti ho amata quando non sapevo ancora di amarti, pensavo a te senza riuscire a spiegarmene la ragione, come un motivo che uno canticchia e di cui non si riesce a liberare.
Ecco, sei entrata nella mia vita così; come un´onda, che vedi partire da lontano, placida, sorniona, e tu la contempli affascinato ma assurdamente consapevole che non arriverà mai fino a te, cosicché ti travolge, ti copre e ti trascina in un turbine di emozioni da cui diventa non difficile liberarsi, ma addirittura impensabile volersi liberare.
Oggi ho passato una giornata terribile, volevo chiamarti ma non osavo, speravo che il telefono suonasse, e ogni qualvolta ciò succedeva sobbalzavo, ero indeciso se rispondere o meno, sperando che fossi tu a chiamarmi, e poi regolarmente la delusione di sentire voci amiche, ma in quel momento intollerabili. Non è la prima delusione che sopporto, e sicuramente non sarà nemmeno l´ultima; ma non so per quale motivo non mi sento in grado di sopportarla. Sei capitata nella mia vita in un momento per me non certo facile, ma tutto passava in secondo piano, quando pensavo all´esperienza bellissima che stavo vivendo: essere innamorato di una persona che - almeno credo - ricambiava in pieno quello che provavo per lei.
Mi rendevo conto delle enormi difficoltà che ci ostacolavano, ma mi sentivo in corpo un coraggio immenso.
Oggi tutto questo è crollato. Non capisco perché mi hai allontanato da Ale quando cominciavamo ad avere un bellissimo rapporto, certamente sarai stata spinta da sentimenti che in altre circostanze potrei anche comprendere, se non condividere; in questo momento dentro di me c´é solo dolore, angoscia e dolore.
Ho pensato le cose peggiori di te, sono addirittura arrivato a pensare che tu abbia usato la nostra "storia" (ma c´è veramente mai stata una storia tra noi?) per dare un nuovo impulso ad un matrimonio sulla via del fallimento.
Ma mi sto rendendo conto di scrivere cose amare e cattive, forse perché quando sto male ho bisogno di individuare un responsabile "cattivo" della sofferenza che sto vivendo. Mi rendo perfettamente conto, se solo ci penso un attimo, di essere stato io a "insidiarti", di aver cercato in tutti i modo di coinvolgerti in un sentimento che per me stava diventando importante, sfruttando il vantaggio che mi veniva dal fatto che il tuo matrimonio stava vivendo una fase difficile. Ma non penso di essere stato l? elemento di rottura e non penso che tu possa ricostruire quello che - credo - è la vera cosa importante della tua vita, cioè la tua famiglia, anche perché lui è stato talmente abile e sagace di girare a suo favore quello che hai fatto facendoti sentire in colpa. Tutto quello che riesco a provare é da una parte invidia (perché non so se sarò mai in grado di fare qualcosa di così importante) dall´altra un dolore sordo e lancinante, per avere perso definitivamente la persona che più ho amato. Ora ti lascio, avrei ancora mille cose dirti, ma per stanotte mi sono torturato abbastanza, ho ancora tante notti davanti. Non so se leggerai mai queste parole, credo che non mi perderò a rileggerle, per cui abbi pazienza. Spero di poter parlare un po´ con te. Ti amo.