A te,
RagazzoSconosciuto,
che ho visto due volte soltanto.
A te che mi hai colpito,
RagazzoSconosciuto,
con la tua andatura sicura e timida portata da un fisico slanciato, esile ma forte.
RagazzoSconosciuto,
a te scrivo questa lettera, ai tuoi pantaloni troppo larghi, al tuo giubbotto nero, alla tua pettinatura semplice.
Questa lettera è per te,
RagazzoSconosciuto,
per te e i tuoi occhi, i tuoi occhi neri, freddi,dove scivolano lampi di vivacità e illuminano tutto, tutto di te.
è per te questa lettera,
RagazzoSconosciuto,
per il tuo sorriso che non ti vergogni di mostrare, per la tua risata limpida, forse non tutte le volte sincera.
La tua bellezza,
RagazzoSconosciuto,
colpisce senza fare rumore, è una bellezza che fa male da quanto è autentica, da quanto risalta su tutte le altre bellezze imitate e vuote.
E tu risalti,
RagazzoSconosciuto,
in ogni cosa.
La seconda volta che ti ho incrociato,
RagazzoSconosciuto,
stavo seduta su una panchina e, avendoti riconosciuto da lontano, non smettevo di fissarti. Catturata, totalmente presa da te.
Dovendo salutare una tua amica nella panchina successiva alla mia, ti sei diretto verso di me.
Ci siamo guardati e ho sostenuto quello sguardo, quel tuo sguardo che fa male, come tutto, tutto di te.
Passando, mi hai rivolto un fischio di approvazione. Non abbiamo smesso, comunque,di fissarci.
L'ho sostenuto, quel tuo sguardo, fino a quando l'hai distolto per salutare, leggero e dolce, la tua amica.
Probabilmente ti ho già idealizzato,
RagazzoSconosciuto,
con la mia fantasia mi piace giocare.
L'unica cosa che adesso vorrei è sapere il tuo nome, per identificare, così, la tua perfezione non costruita.
RagazzoSconosciuto,
questa lettera è per te.