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Dedica a cui stai rispondendo

Una storia voglio raccontare a chi ha voglia di ascoltare...è la storia di una principessa e del suo vassallo...il suo bel viso è sempre davanti ai miei occhi, sempre viva e calda la sua immagine.
Occhi bellissimi con una tenera luce che li accende, simili all'alba della luna di mezzanotte...la fronte come il mare a mezza estate, trasparente e con dentro il sole nel quale il cielo ci si specchia...guance...labbra...devo proseguire?
Un giorno in modo insolito l'incontrai, mille parole avrei voluto dirle, ma le mie frasi, fiacche e tremule, mi smorivano in bocca...poi...qualcosa come un fulmine passò nella mia testa...l'idea che qualcosa mi incoraggiava, e allora ruppi in parole incoerenti, inculte,e lei mi ascoltò.
Cominciammo a vederci(sentirci)di nascosto perhè lei a un re era promessa(fosse stato possibile l'avrei chiamata MIA davanti al cielo e alla terra)...spesso a lungo ho pianto per quei colloqui di soppiatto.
Inevitabilmente un giorno fummo scoperti...il re era furente...io, davanti a lui, disarmato,
ma pur fossi stato armato, cosa avrei potuto fare contro un plotone intero...pensai che ormai fosse finita la mia vita.
Mentre mi rassegnavo al mio destino, fui condotto al portone del castello(era davvero infuriato il superbioso re),un cavallo fece portare, di razza ucraina, tartaro...a guardarlo pareva gli corresse per il corpo la foga del pensiero, selvatico,indomato, non avilito da speroni o briglie...sbuffava, aveva la criniera dritta...poi, mi legarono sopra la sua schiena e abbassato il ponte levatoio lo frustarono a sorpresa.
Passammo villaggi e città...poi, una distesa sconfinata e selvaggia..nel cielo un grigio ottuso e scialbo...una bassa brezza mi sfiorava...il mio corpo legato, era un niente di fronte alla sua forza e alla sua furia.
Pioveva il mio sudore freddo sulla sua ruvida criniera e intanto le corde si bagnavano del mio sangue che gocciava giù dagli arti...non so quanti giorni passarono...i supplizi incessanti di quel viaggio...la fame...il freddo, il tormento dei lacci sulla pelle, il cuore era in travaglio, mi doleva il cervello, pulsava,poi...poi si spense, stava finendo il mio tormento...e con esso...anch'io.
Un malessere gelido a cagliarmi il cuore...un affanno...un sussulto di dolore...un pulsare...un sospiro...poi...poi null'altro, anzi no, ricordo ancora una cosa...un spledida stella che mi fissava da lontano...
Non so quanto rimasi così, poi mi risvegliai...vidi un volto che mi guardava...degli occhi luminosi che mi osservavano benevolmente...una donna bellissima sedeva accanto al mio letto...la fissai e lei mi sorrise...provai a parlarle ma non ci riuscii...lei mi si accostò di più, mi fece dei segnali con le labbra ma non capii, poi posò la sua mano sulla mia...e sussurrò qualcosa...che dolce quella voce...era lei...la mia principessa...