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Dedica a cui stai rispondendo

La mia scheggia di luce.

Prima i suoi annebbiati respiri soffocavano la mia voce.
Ora, sento la notte piangere e il mio cuore tremare mentre
un alone grigio zebrato di nero, scende lentamente, sbiadendo i pensieri e confondendo i miei sogni con le delusioni e le grosse amarezze di questi ultimi giorni.
Brividi di malinconia e stanchezza morale danzano sulla mia schiena, regalandomi solo bollicine di speranza. Tutto è cupo e scuro, tutto sembra più lontano e la distanza da... è dolore lancinante.
Quale mondo scomodo e scalzo!
E quante ferite urlano la loro triste melodia!
Ti sento comunque vicino a me in questo momento... eppure sei lontanissimo. Nel tuo mondo non esiste la pioggia del cuore.
Sai quante soffici carezze immagino di regalarti quotidianamente? Sai quanti sono i sogni che questi miei occhi agognano? Sai quanti sono i baci che ti farebbero addormentare, e quante le certezze che ti sussurrerei? Che strazio, avevamo imparato a stare a galla, a confortarci e incoraggiarci.
Io ora sono ancora qua scheggia di luce ma a rammendare coperte di parole, che come arabeschi luminosi colorano solo frammenti di secondi.
Gli stessi pensieri tra le dita ed un filo che sembra eterno, mentre la mia memoria rievoca la tua risata.
Socchiudo leggermente gli occhi e ti ricordo mentre m'insegnavi a VIVERE, a ricominciare a SOGNARE, mentre mi regalavi il tuo AMORE, il tuo esser UOMO e il tuo presente: una risorsa di sorprese e qualcosa di eterno che solamente io conosco e che terrò gelosamente custodito dentro di me.
So che dondolerò la mia tristezza sull'altalena dell'infinito e cercherò il tuo sorriso tra le pieghe dei ricordi e saremo uniti per sempre.
Magari un giorno tutto sarà dimenticato, tutto sbiadirà, le ferite si cicatrizzeranno e diventeranno nettare e noi due viaggeremo lungo i calli del vento, tra le necropoli del passato, costruendo insieme la nostra autostrada aurea.
Anch'io un giorno vedrò la luce e dimenticherò l'oscurità di queste giornate inermi e inerti e quando riascolterò la tua risata sarà una promessa d'eternità paradisiaca a riunirci.
Per il momento invece sopporterò pedanti aghi nella mia pelle che tenteranno di scovare quel mistero ardente che non ti permetterà di illuminare il mio futuro e il tuo triste destino.
Ricordo bene: l'angoscia ti faceva oscillare tra la mia massacrante attesa e le lenzuola di quel "freddo" ospedale mentre oltre la finestra scorgevi paure che non si spegnevano, ridde agghiaccianti di cose che non sarebbero più e mai state, risse di ricordi e sepolte speranze.
Il feeling dei nostri pensieri agitava le illusioni e ci palesava la mia futura solitudine, invece ora il pensiero di cosa tu stia facendo si sovrappone alla mia malinconia ed ecco che un cavallo alato, sfidando la tormenta,
decide di scalciare colpendo il mio essere, rinchiuso in un incolore labirinto e mentre milioni di fiocchi di sangue riempiono il cielo, il freddo della sconcertante notizia contrae il mio cuore spegnendo gli occhi della mia anima.
Tutto diviene silenzio, il mio respiro inciampa e tu, all'improvviso sei sempre più lontano...
Avevo trovato un mare di nomi per te, ma quello che preferivo di più era "..." che significa amore (il tuo),coraggio (il tuo) e dolcezza (la tua).
Adesso invece aggiungerò DOLORE che recide le mie ossa, urla nel mio cuore e lacera la mia serenità e DISPERAZIONE per la perdita di quel grande e immenso mondo qual eri.
Fino all'ultimo hai cercato calore, amore, comprensione. Hai creduto nella vita, hai creduto in me ma tutto vano, perchè in silenzio, disperato e rassegnato te ne sei andato via, come una piccola piuma sei volato e con una mano tesa in cerca di riposo hai vissuto la pesantezza e la coperta della morte mentre lentamente salivi verso il cielo.
Avrei voluto dirti tante cose e calpestare io stessa l'angoscia che ti portavi dentro da tempo ma repentinamente traumatizzata e impotente mi trovai di fronte ad una realtà piuttosto complicata e dolorosa:
l'incantesimo che si spezzava.
Nonostante tutto, è d'uopo ammetterlo: mi hai lasciato tutto di te e tuttora avverto la tua vita respirare tra i tuoi pensieri, anche se una lacrima corre sulla pelle morbida e leggera atterra sulla tua memoria provocando
dentro di me un rumore sordo.
E dove tutto finisce e niente comincia, un'altra lacrima incontra il tuo ricordo e con esso si confonde fino a diventare un grosso mistero, mistero che adesso sei tu per me.
Addio chiave di violino, il concerto è finito, non ci sono applausi per noi e non potremo mai più vivere il bis. Le note sono volate via con i loro segni dinamici e il loro ritmo;
è rimasto solo un pentagramma macchiato di sangue e lacrime.
Solo silenzio e dispiacere.
Solo un cielo triste e una luna disperata.
Addio puntino luminoso, sicuramente risplenderai in
un cielo che anch'io un giorno conoscerò e se ogni tanto
sottovoce mi chiamerai con il mio nome virtuale, ricorderò che è servito a qualcosa questo mio attuale struggente
pensarti.