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E' grottesco constatare che a volte sono le persone che ci sono vicine che ci fanno sentire irrimediabilmente soli.
"Grottesco", memorizzate questa parola, se non sapete bene cosa vuol dire cercate sul dizionario.
Si dice sempre che bisogna parlare dei propri problemi con un amico/a, con la ragazza/o con i propri genitori; loro dovrebbero avere la chiave della salvezza o qualcosa di similare.
Ma le cose, non stanno esattamente così.
Sono proprio loro che affossano le già lievi speranze. Si sente sempre ogni volta che succede qualcosa di brutto o di socialmente spiacevole, sempre le stesse frasi, "poteva chiedere aiuto" "chi se lo sarebbe mai aspettato" certo, brucia quando una persona rifiuta il "magnifico mondo" la cui esistenza è socialmente accettata solo per pura convenzione. E allora bisogna condannare, "è/era pazzo è/era stupido", bisogna sempre condannare e mai cercare di capire, perchè farlo pone sempre domande scomode su responsabiltà scomode.
E così ci sono persone che urlano aiuto dalla mattina alla sera ma nessuno li ascolta o peggio si minimizza "ma si che andrà tutto bene" "vedrai è un periodo così ma poi" "ma goditi la vita".
Queste frasi sono fastidiose dette da persone sconosciute o amici marginali ma dette dalle persone più vicine a noi sono coltellate nell'anima, perchè con quando si è soli c'è la speranza di trovare qualcuno un giorno che ti capisca ma quando NON si è soli, e si ha qualcuno, qualcuno con cui hai passato/ti ha dato la vita o che ami e questo qualcuno non ti capisce o neanche ci prova beh allora non si diventa soli si diventa IRRIMEDIABILMENTE soli, e allora l'avere tutta la vita davanti non è più una speranza ma un puro fardello che non tutti riescono a sopportare e nascondere dietro un sorriso di circostanza.
E poi la sera capitano le discussioni, "bhe la scuola non andava bene", "la ragazza/o l'ha lasciato/a" perchè è chiaro che la coscienza sociale per pulirsi deve trovare un motivo/capro espiatorio un qualcosa di definibile è controllabile, per poter puntare il dito contro e dire "ha sbagliato", "doveva chiedere aiuto".
Già chiedere aiuto. Per essere presi sul serio bisogna come minimo tentare il suicidio tre o quattro volte, per lo più tagliandosi le vene.
E poi c'è chi invece smette di giocare e si impicca a 18 anni.
Che buffo che è il mondo, grottesco.
Riposa in pace A., anche se ti ho visto per la prima volta in una bara, questa dedica è per te.
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