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Era il mio piu' grande sogno. Non volevo averlo per me, perché so come succede quando hai qualcuno che volevi: prima o poi o ti stanchi o scopri che non era la persona giusta. E a me questo non importava: mi lasciavo andare nel puro desiderio. Ogni volta che lo vedevo entrare in classe mi batteva il cuore all'impazzata, e fantasticavo, perché lui era irraggiungibile per me. Ricordo: primo giorno di scuola, neanche lo noto. Poi sento quella risata: quella risata allegra, forte, felice. E sento il cuore battermi a quelle battute piene di spirito, e pian piano lo ascolto. Diventa un sogno, irraggiungibile, pieno di vita, e ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto sia bello, lui con quel suo modo di fare, bizzarro come il mio, indipendente, un po' crudo. Ogni sua parola diventa verità, e l'ascolto rapita nell'immensità della sua presenza, e quegli occhi quando si voltano a guardarmi schiacciandomi nel loro infinito bagliore... e io piccola e ingenua non riesco a dirgli niente. Così il tempo passa, lui cresce nel mio cuore e inizia a popolare le mie poesie, le serate a parlare di lui con lo sguardo disperso nel vuoto di un sogno, mentre le amiche provano a consolarmi dicendomi che forse qualche piccola speranza c'è... ma a me non importa della speranza, perché parlare solo due secondi con lui dà uno spicchio di vita a ogni mia giornata.
Ti sogno spesso
che mi abbracci
Ti sogno spesso
che mi baci
Ti vorrei
Anche se so
che non potrò averti mai
e lentamente
mi sveglio da questi sogni
per scoprire che tu
sei così lontano da me
con quelle ragazze che hanno la fortuna di piacerti
ma non se ne accorgono
di quanto tu sia
importante per me
se potessi
non mi sveglierei mai!!!
E l'anno passa, arriva la terza... lui cambia, ormai si è adattato alla gente che viveva con noi. Le sue parole quando mi parla diventano piu' dure, preso dalle dicerie delle due ragazze della nostra clase che mi odiano...
e io sto male in silenzio, ogni sua parola affilata come lama, vivendo a pieno anche questa emozione, perché quello che non capivo era quanto fossi fortunata anche in quei momenti...
e il mio sogno si fa ancora piu' lontano, l'idea che un giorno lui si avvicini a me svanisce del tutto.
Poi quel maledetto schok, quella maledetta notte.
E quel dolore che mi strappa il cuore dal petto e me lo lacera fino a che tutto inizia a sparire.
E vago nel buio piu' totale, in quel silenzio opprimente che odora di morte in me.
Niente, e soffoco nel niente.
Tutto è distante, sfuocato, senza senso.
Senza senso.
E così, ultimo giorno d'esame. Pensieri confusi, pazzeschi e pieni di orrore che nascodono ogni cosa dietro a un vetro. Niente in me.
Bambola vuota, bambola senza senso.
Mi ha strappato tutto. Lui arriva: è un pensiero confuso, distante. Non mi rendo neanche conto che sia LUI. Non è che una forma lontana e opaca, coperta da una nebbia del dolore piu' nero che ha ucciso la mia anima.
La sua voce senza significato in me:
"Serena?"
Guardo quell'immagine sbiadita ondeggiarmi davanti confusa. "Sì?" Faccio un sorriso, tanto per fare. Come sempre.
Non un pensiero, non un'emozione. Niente. Il nulla totale. Eppure, prima volta che mi rivolge la parola così. Nel mio silenzio quella radiolina che mi pizzica l'orecchio come una zanzara:
"Lo sai no... non mi rivedrai piu'."
Parole vaghe, si disperdono nella tomba in cui riposano i miei pensieri pungenti.
Alzo le spalle davanti a quegli occhi senza senso: "ok."
Lui sembra sorpreso: "Ok allora... addio."
"Addio."
Mi volto, cammino. Mi fermo. Che strano. C'è qualcosa che non quadra in tutto questo... no, non è possibile che io...
"Gio?"
"Dimmi!"
Si gira quasi di scatto, stranamente attento. Ok, ora glielo dico, mi sei sempre piaciuto... Non ci vuole molto, le mie parole devono solo uscire inespressive dalla mia bocca... quando non provi niente, non c'è neanche la paura.
Eppure la paura era tutto, con lui. Era parte del tutto.
Dire cosa provo se non provo niente? Mentire, fingermi entusiasta...
Lui è ancora attento, aspetta... sì aspetta, quanto sarà passato poi... il tempo è eternità... è sempre un'eternità senza sosta, senza un attimo di quiete nel dolore...
aspetta.
Sospiro, alzo le spalle. Guardo quel nulla sfuocato... ah sì, è lui... ma boh, cosa vuoi che dica. Tanto sono morta.
Strano... riprovo... qualcosa sentirò...
niente. E tanto sono morta. Sono una bambola.
"Auguri."
Non sto a guardare la faccia che fa, tanto chissenefrega...
chissenefrega.
È solo una figura lontana dietro allo specchio che riflette un mostro, dietro alla morte. È inutile stare a fingere quando sei morta dentro, a far cosa?
"Sul serio è venuto apposta da te solo per salutarti?"
la mia migliore amica, un viso lontano mentre le spiego. Confuso dietro questo vetro che mi ha rinchiusa in una cupola da mesi.
Annuisco, lasciandomi andare... come sempre, no? No. Niente. Tanto non c'è niente, ma almeno quando parlo con lei, questo niente è pace.
Annuisco. Forse sono davvero morta, forse sono un fantasma.
"È pazzesco, stranissimo Sere! Ma ti rendi conto? Gli si corsa dietro per anni e neanche ti parlava..."
"Lui sapeva." dico, cercando di farmi venire in mente quel ricordo così lontano di lui.
Annebbiato, distante.
Come lo vedevo prima... com'era che lo vedevo prima? Boh...
"Secondo me qualcosa provava se era venuto da te."
Può darsi... strano... quanto avrei voluto e desiderato una volta che finisse così, che si dedicasse a me un solo secondo...
mah, com'è strana la vita.
E solo ora che ci ripenso, mi rendo conto di quanti miei secondi mi siano stati strappati via, insieme a lui.
Quanti amici andati, quanti sogni svaniti, quanto...
nel dolore che continua a soffocarmi, cogliendomi all'improvviso quando cerco anche ora di esprimere i miei pensieri. A volte mi chiedo per cosa sto lottando...
peccato che se non vado avanti, sarò ancora piu' niente di quello che ero prima.
Perché la vita è degna di essere vissuta quando c'è.
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