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... "Anch'io, oggi, ritorno a casa".
Poi, melanconicamente:
"E' molto più lontano è molto più difficile"
Mi sentii gelare per il sentimento dell'irreparabile. E capii che non potevo sopportare l'idea di non sentire più quel riso. Era per me come una fontana nel deserto. "Ometto voglio ancora sentirti ridere"
[...]E rise ancora. Poi ridivenne serio.
"Questa notte sai, non venire".
"Non ti lascerò".
Quella notte non lo vide mettersi in cammino. Si era dileguato senza far rumore. Quando riuscì a raggiungerlo camminava deciso, con un passo rapido. Mi disse solamente:
"Ah! Sei qui"
E mi prese per mano. Ma ancora si tormentava:
"Hai avuto torto. Avrai dispiacere. Sembrerò morto e non sarà vero"
Io stavo zitto.
"Capisci? E' troppo lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. E' troppo pesante".
Io stavo zitto.
"Sarà bello, sai. Anch'io guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei Tutte le stelle mi verseranno da bere"
Io stavo zitto.0
"E' là. Lasciami fare un passo da solo".
Fece un passo. Io non potevo muovermi.
Non ci fu che un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile per un istante. Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.
Il Piccolo Principe
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