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Nessuno è senza colpa. Se c'è una cosa che ho imparato è che bisogna smetterla di sentirsi vittime delle circostanze e iniziare a considerarsi vittime delle proprie debolezze. Nessuno è solo perchè è brutto: anch'io pensavo che fosse così, ed invece ho scoperto che per i miei lunghi anni da brutto anatroccolo sono stata sola perchè mi vergognavo del mio aspetto e non credevo di meritare simpatia o affetto. Colpa mia per l'insicurezza e colpa mia perchè mi sono trascurata.
Gli "altri" non sono tutti mostri e non possiamo pretendere che stiano lì ad ascoltare i nostri piagnistei. Bisogna vedere ciò che si offre, prima di valutare ciò che si riceve. Se io me ne sto ingrugnata in un angolo tutto il giorno, non posso pretendere che venga il principe azzurro-angelo misericordioso-futuro migliore amico a rincuorarmi. Ci vuole un po' di leggerezza. Io so bene cos'è la solitudine, so cosa sono i giorni vuoti e spenti e tutti uguali in cui non vedi vie di uscita. A volte penso che la mia vita sia una terra arida da cui non può germogliare più nulla, e tantomeno la normalità. Però a volte il dolore acceca e ti impedisce di vedere oltre la nebbia, oltre le mura. Credo che solo la morte sia senza rimedio. C'è sempre un modo, c'è sempre una via. Ci vuole solo coraggio e tanta forza: piangere e asciugarsi le lacrime, cadere e rialzarsi, arrampicarsi sugli specchi. Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, anzi, a volte sembra più difficile del previsto, ma credo, e sono giunta a questa conclusione dopo infinite sofferenze, che la vera prigione non sia la realtà ma il mondo in cui la vediamo...la nostra testa, insomma.
E' questo il motivo per cui spesso non riceviamo dagli altri la compresione e l'aiuto che desideriamo tanto: magari visti da fuori non sembriamo così "senza speranza". Forse bisogna imparare a guardarsi da fuori per vedere chiaramente. E smetterla di contare sugli altri: NESSUNO PUO' AIUTARCI PERCHE' NESSUN "NORMALE" PUO' COMPRENDERE L'ABISSO, SE NON CI E' MAI CADUTO.
Non abbiamo altro che noi stessi. Senza scontento non ci sarebbe forza creativa, ho letto su un libro di Deepak Chopra: è vero. Non smetterò mai di credere nella possibilità di migliorare.
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