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Milano, quanto mi manchi oggi, che saresti fredda e grigia e indaffarata, cosi' superficiale e frivola, ma dentro casa cosi' calda..i treni di Lambrate che sentivo ogni notte passare..
Milan e il Leoncavallo, Pergola e la Conchetta, Milan viale Porpora me lo facevo tutto a piedi e Buenos Aires fino al Duomo.
Milano la moda e i tacchi alti, e porta Venezia quel ristorante indiano dove l'ultima volta andai con Elena.
Milano il cinema Manzoni, e parco Sempione ad ascoltare i concerti di jambee, Milan le manifestazioni e poi Brera.
Milan Milan la madunina che te brilet de luntan, Nonna ti sentiro' ancora parlare in dialet?
Mi manchi citta' mia natale, citta' di papa' che mi portava a comprare la cartella nuova e si comprava di nascosto la grappa, e io ho fatto la spia alla mamma anche se mi avevi detto di non dirlo ma io l'ho fatto perche' pensavo ti facesse male.
Ci sei rimasto un po' male, povero papi!
La Milano di notte mi ricorda sempre te, papa'.
Ah, quella volta che con mamma ed Elena ci vestimmo da pakistani per andare in pizzeria e tutti ci guardavano male!
Erano gli anni 80, che ti aspettavi!
E quando ti sei vestito da donna per fare gli scherzi a tuo nipote, e lo chiamavi per strada con accento siciliano "Nipoooteee!!" e lui scappava.
Ah papa' com'eri simpatico.
Guarda giu' papa' son sempre qua ho ancora gli occhi vispi e la faccia da pupazzetto.
Pazza come te, forse ancor di piu'.
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