E' ormai una settimana che sono ammalata e passo le giornate davanti a questo computer. Oggi mi va di scrivere qui, prima non l'avrei mai fatto.
Ho voglia di scrivere di lui, quel migliore amico lontano, di cui ancora raccolgo i cocci del mio cuore rotto. Quell'amico d'infanzia con il quale vi siete promessi amicizia eterna, prima ancora di sapere che significasse realmente amicizia. Quell'amico che ti ha saputo tenere per mano, raccogliere da terra quando eri distrutta, che ti ha accarezzato quando il mondo ti ha preso a pugni in faccia. E a me manca quel lui. Mi manca ormai da dieci mesi, da quando un litigio più grande degli altri, ci ha messi alla prova. Peccato, non siamo riusciti a superarla. Ma io ci credo, so che eravamo pronti a passarla o forse lo ero io. Lui non ancora.
La paura, la tristezza per la divisione è stata così grande che..non ce la sentiamo di riprovarci. Sarebe tutto diverso e quella diversità brucerebbe come una ferita troppo aperta.
POi penso a lei. A quella che è la mia migliore amica da 2 anni. Quell'amicizia sbocciata come un colpo di fulmine, improvvisa e inattesa. Quel legame così forte che nessuno sa comprenderci al di fuori di noi, quella complicità che rappresenta solo la genuinità del nostro volerci bene.
E poi, quella pazienza che solo le vere amiche possono avere. Quel perdonare e sopportare e mandare giù senza mai lamentarsi; confrontandosi certo, ma mai lamentandosi.
Altri amici credo di non averne nella vita. MOlti sono passati, non hanno capito il mio stare male quando la depressione mi ha colpo di sorpresa accusandomi di essere falsa e di cercare attenzione che non avevo. Amici che non hanno voluto consolidare il rapporto che gia si stava sgretolando e l'hanno lasciato libero alle intemperie del momento.
Quelli non erano amici, forse solo illusioni di qualcosa che io, ho vissuto solo due volte.
Con un Marco che non c'è più ed un'Alice che è sempre al mio fianco.