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L?autunno. Lo sentivo lontano. E mi credevo al riparo. Fino a ieri splendeva il sole. Ho fatto una passeggiata al parco e tutto mi riportava all?arrivo della primavera. L?aria, calda. Gli alberi, ancora non del tutto spogli. La gente, che camminava lieta. Poi mi sono ritrovata a calpestare un manto di foglie dai mille colori, un manto di foglie morte. E la consapevolezza della nuova stagione ha cominciato a farsi largo nella mia mente.
Stamattina ho aperto la finestra appena sveglia. Mi sono ritrovata davanti un cielo grigio, un?aria gelida. Ho guardato il mio albero e per la prima volta ho notato le sue foglie. Alcune sono ancora verdi. Rigogliose e fiere sfidano il tempo che passa inesorabile. Altre già si tingono di giallo, di arancio. Un ultimo sprazzo di vita prima di lasciarsi cadere, di andare a morire.
Fino a ieri mi sentivo al sicuro. Come madame Bovary prima di vedere nel muro una crepa. Costruivo castelli e mi beavo della mia serenità. Fino a ieri credevo che il tempo della malinconia fosse ancora lontano. Ma l?autunno è arrivato stravolgendomi. Mi ha colto di sorpresa trascinandomi nel suo abisso. Ed io, io non ho opposto alcuna resistenza.
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