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Mi vengono i brividi se ripenso a quella notte.. quella notte di terrore, quella notte di pianti e di sofferenze.. la sera stavo per andare a dormire come tutti i giorni sul mio letto a castello, nel letto che si trova sopra.. mia sorella mi chiese:
"posso dormire io nel letto sopra per questa sera?"
dato che io ero molto arrabbiata ti risposi di no, in modo molto ma molto brusco.. e spesso mi ritrovo a pensare che cosa sarebbe successo ma soprattutto che cosa avrei evitato dicendoti di sì, che potevi dormire nel mio letto.. ma invece no, ho voluto fare la prepotente.. sono andata a dormire, ma verso mezzanotte sentivo tanto freddo, e poi c'era la luce accesa, cosa molto strana.. ho aperto un attimo gli occhi e mi sono accorta che accanto a me c'era mia sorella in lacrime che diceva "irene, irene tutto bene?stai bene?" non capivo.. ho provato ad alzarmi ma appena ho fatto uno sforzo ho sentito che mi girava la testa in un modo pazzesco.. me ne sono rimasta lì, senza il coraggio di chiedere spiegazioni a mia sorella che era già abbastanza agitata, con in testa solo una domanda: ma cosa cavolo è successo?
ad un tratto è arrivata mamma, tutta spavetata e bianca come un foglio di carta, che sembrava tanto stupita di vedermi sveglia.. ad un tratto ho messo a fuoco qualche ipotesi: mio fratello si era fatto male? era morto qualcuno? ma allora, perchè tutti erano così stupiti nel vedermi sveglia e soprattutto perchè sentivo così freddo? mi sono guardata attorno e ho capito che stavo per terra, nel pavimento.. suona il campanello. a mezzanotte??non immaginavo chi poteva essere.. sono entrati nella mia camera tre infermieri, due uomini e una donna con una barella, che mi guardavano e studiavano ogni mio minimo particolare. mi hanno fatto notare che dalla mia orecchia destra usciva del sangue.. da lì per me sono iniziati i guai.. avevo una paura enorme, non capivo che cosa era successo, stavo lì, con questo dubbio in testa e senza il coraggio di fare altro, solo fissando l'infermiera che mi studiava attentamente.. a un tratto mi hanno preso e mi hanno caricato alla barella, poi sono partiti quasi di corsa, via, sulle scale di casa e poi fuori fino a finire nell'ambulanza. con me non c'era nessuno, solo gli infermieri e io lì, da sola, non potevo far altro che piangere spaventata.. mi chiedevo dove era mia madre, perchè mi avevano abbandonata tutti così, sull' ambulanza.. mi chiedevo cosa stavo facendo, cosa era successo.. sono arrivata all'ospedale in cinque minuti.. mi hanno fatto poggiare i piedi a terra e mi sono sentita crollare, la testa mi girava troppo.. sono stata trasportata con una sedia a rotelle nella mia "camera".. mi hanno messo nel letto e subito mi hanno visitato circa mille dottori.. mi hanno portato a fare la tac.. avevo tanta paura.. sotto quella macchina di cui non capivo la funzione, piangevo ma cercavo di rimanere ferma.. e siccome durò un sacco questa tortura, cercai di rispondere alle mie domande.. stavo male: piangevo il più silenziosamente possibile ed ero tanto tanto spaventata.. poi mi riportarono nel letto e mi infilzarono una flebo nel polso.. arrivò mia madre.. trafelata, ma non sapete quanta gioia ho avuto appena l'ho vista.. mi sono sentita sorridere dentro, ero felicissima.. e lei, ancora con le lacrime agli occhi, si è seduta accanto a me dopo aver parlato con i dottori.. già si aspettava la mia domanda, così partì subito con la risposta: sei caduta dal letto a castello.. mi sono portata, la mano alla bocca.. circa 1.80 di volo.. allora lei mi chiese cosa stavo sognando.. lo disse in modo scherzoso, ma io prorpio non mi ricordavo.. cercavo di dormire, ma con tutti quei dottori intorno che cissà che cosa volevano da me era impossibile.. nei giorni seguenti mi sentivo tanto sola, anche se uno dei miei genitori e dei miei parenti erano sempre con me.. mi sentivo veramente sola, sola come non mi ero mai sentita in vita mia.. e spaventata, ma uno spavento che è indescrivibile.. e tanti, tanti desideri.. di tornare a scuola, di vedere i miei amici, che mi mancavano un sacco.. ma soprattutto, il mio desiderio più grande era quello di tornare indietro, e di cedere il letto a mia sorella, quella sera..
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