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Dedica a cui stai rispondendo

Non credo di poter andare avanti così...è come camminare su un filo sottilissimo teso su un abisso. Un giorno credo essere riuscita a scavalcare il burrone, poi guardo giù e tutto crolla, e realizzo che quando non devo seguire i binari della routine sono sola...nessuno mi accompagnerà a un concerto, nessuno passerà a prendermi stasera per portarmi in qualche luogo carino, nessuno mi dirà che sono importante, nè oggi nè domani nè dopodomani. So che non ho nessun diritto di lamentarmi, che non ho minimamente idea di quale sia il vero male: in effetti questo non è dolore, è instabilità mentale cronica, è confusione al livello massimo, è paura che paralizza e fantasia che rimescola sogno e realtà, è un desiderio disperato di salire in alto e una forza irresistibile che mi attira verso il basso. E il non sapere più nulla. Tranne che qualcosa è andato storto. Che sono una torta non lievitata. Che mi manca qualche ingrediente. Che non va, non va, non va...
Nessuno può farcela da solo. Nessuno può arrampicarsi all'infinito se non può di tanto in tanto poggiare la fronte sulla spalla di qualcuno. Vorrei tanto che una persona riuscisse a vedere l'abisso, il buco nero al centro di questa nube di allegria isterica, e una crepa in questa faccia sorridente che può rompersi da un momento all'altro. "Il modo in cui piove forte è come mi sento dentro", dice una bellissima canzone dei Cure. Credo che ci siano sentimenti superficiali e sensi più profondi, correnti sottomarine che si agitano e impazzano sotto la superficie calma...ed è una voce dal profondo quella che grida che non va bene, che sto andando fuori strada, che ho perso di vista ciò che è vero e importante, e che sto solo infilando una stronzata dietro l'altra, trasformando la vita preziosa in una collana di stronzate. Ho rovinato tutto. Amicizie, famiglia, desideri...tutto. Stavo male e davo la colpa agli altri. Sto male e continuo a farlo. Solo che tutto diventa sempre più sottile e fragile e pronto a spezzarsi...
Ho tanta paura. Paura di perdere tutto. Paura di avere tutto e non sapere come usarlo. Una paura folle di sognare cose belle. E il terrore di tornare a ridere, domani, come se niente fosse, in questa nebbia isterica, con questa maschera da pagliaccio, e lasciarmi confondere...perchè sono convinta che alla fin fine questi momenti di disperazione siano uno stato di grazia, perchè in fondo il dolore è il campanello d'allarme che ci fa ritrarre la mano dal fuoco prima che sia troppo tardi. Ma allora, cosa devo fare per salvarmi? E dove cercare la soluzione?
Mia madre vuole costringermi ad andare da uno psicologo, perchè sto rovinando la vita di tutti...a questo punto, non so neanch'io se servirà a qualcosa. Ma penso che in fondo tutto ciò di cui avrei bisogno sarebbe un'iniezione di vita, di gioia, di passione, di endorfine naturali...una carezza che mi tolga di dosso e di dentro tutto questo gelo, tutta questa polvere, tutto questo senso di decadenza...