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Dedica a cui stai rispondendo
Forse non tanto per lei, che vale poco. Ma è per la mia vita.
Sono andato a trovarla, finalmente. E per mezza giornata tutto è andato speldidamente. Poi, piano piano, lei ha avuto paura. Mi ha umiliato, mi ha giocato. Mi ha fregata perché lei si sentiva sola e me l'ha pure detto. Le piaceva farsi dire cose belle e istigarmi a dirle, dicendole ben prima di me.
Diceva che si sentiva sola e ha usato me per riempire il suo vuoto, svuotando me.
Per 5 mesi ci siamo dette parole tanto dolci da far invidia alla Luna.
Cose e momenti bellissimi, ricordi struggenti.
Le ho detto mille volte di fare attenzione a quello che mi diceva. Rispondeva che non aveva dubbi.
Le ho detto mille volte che, se stava mentendo, mi avrebbe fatto morire. Rispondeva che non dovevo temere.
Altrettante che lei voleva me e me solo. Ancora di più che voleva purezza, un fidanzamento serio, una famiglia, un sogno che diventa realtà.
Ho tentato di frenarla, di fare capire che le parole hanno un peso, che i sentimenti hanno un peso.
Mi rideva dietro, se ne fregava.
Ho tentato di dirle che era meglio allontanarci, non provarci, perché ci sarebbero state difficoltà.
Mi ha risposto che non era vero.
Poi mi ha tradita una prima volta col suo ex, un ragazzo dall'aspetto volgare e dal carattere ottuso.
Lei mi giurava che non l'avrebbe mai più rivisto e ha rischiato di rimanere incinta. Poi mi ha chiamato piangendo e io sono tornato da le perché l'amavo e l'ho perdonata.
Il risultato è stato che mentre io l'abbracciavo lei neanche mi guardava in faccia e provava repulsione per me, mentre dopo avermi giurato eterno amore e avermi detto che ero la sua vita, la sua luce- mi faceva vedere le sue foto.
Fu lei ad aumentare la posta in gioco. Fu lei a creare le situazioni..e io lì a seguirla, a proteggerla, a crederci. E dal vivo mi sono comportato esattamente allo stesso modo. Ero io.
Io ho fatto 1600 km per vederla e amarla. Ne avrei fatti il doppio.
La prima sera non mi ha neanche ospitato. La seconda mi ha dimostrato la sue repulsione. Repulsione che però non le ha impedito di chiedermi coccole, di domandarmi di stendermi nel letto vicino a lei, di farle i massaggi. Le ho detto che se mi trovava fisicamente brutto sarei andato via senza chiederle spiegazione né pretendere niente. Ma a parte il fatto che così ripugnante proprio non sono, anzi sono un ragazzo carino e normale, lei stessa mi rassicurava. E poi perché stendersi nel letto con uno che non ti piace? Farsi toccare e rifiutare di rivederlo? Inoltre mi aveva praticamente visto com'ero. No, questo è troppo assurdo. Sarà stata la sua irresponsabilità, la sua leggerezza.
Non è la ragazza che mi fa star male; è l'umiliazione, l'ennesimo, ultimo, tentativo fallito.
Le ho fatto venti regali. Non ne ha guardato uno.
Le ho chiesto settecento volte di dirmi la verità. Lei si seccava di sentirmi dire le stesse cose.
Le ho detto e scritto che sono Cat: fragile, sensibile.
Lei mi ha distrutto, mi ha riso in faccia, mi ha umiliato di fronte a me stesso e di fronte alla mia famiglia. Mi ha cercato e poi schifato. Mi ha disprezzato dicendomi il contrario. Ma io sono un bel ragazzo, pulito, gentile, serio, intelligente. Me ne frego se non ci credete. Ormai posso dirvi solo la verità e qui l'ho sempre fatto.
E allora perché ha voluto le coccole?
Invece mi ha annientato fino all'ultimo momento, dicendo prima una cosa, subito dopo un'altra.
Lo so che era una bambina ed era sciocca. Ma come si fa ad arrivare a tanto?
No, non sto dicendo le cose dal mio punto di vista: credetemi, è stato così. Ero lontano da casa, solo, stanco, chiuso in un albergo a pensare quanto il mondo sia crudele.
E lì ho scritto una lettera, tremenda e serena. Una lettera che presto leggeranno i miei.
Come si può resistere a tanto? Come si fa a non sentirsi delle m. dopo che una bambina ci ha umiliati, derisi, sfruttati. E lei che non se ne rendeva conto, tranne quando le faceva comodo. Come ha potuto non capire dopo 6, dico 6, mesi? Lo avrà fatto apposta?
No, no, questa è solo una piccola parte poi dovrei dirvi di quando lei era impaurita che io non la volessi. Di quando lei aveva gli attacchi di panico perché pensava che l'avrei ferita.
Ora io sto morendo e vado avanti a psicofarmaci che ormai non mi fan più niente. So bene che dovrò prendere una decisione.
E' tutto così buio. E' tutto così diverso, difficile.
Mi chiedo cosa ho fatto di male, cosa ho mai combinato per essere distrutto da tutti.
La lettera che ho scritto quella sera di morte l'ho completata e ho già scelto i luoghi e i tempi. Non so se sperare che mi manchi il coraggio all'ultimo secondo. Ma io so di essere una persona determinata.
Grazie amici di Dediche. Non scriverò più qui. Non leggerò le vostre risposte a questa mia ultima dedica. Qui io ho potuto esprimere me stesso. Non ci entrerò più.
Grazie a tutti delle risposte, anche a chi non era d'accordo con me. So che lei si pentirà di avermi buttato più di quanto io mi penta di esserle stato vicino.
Grazie a tutti, tranne a una,
Alberto
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