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Conosco la sfera femminile,..le donne...mettetemi alla prova,...e ditemi che cosa ne pensate:-
"Non mi ero subito accorta di lui.
Non ricordo quando l? ho conosciuto.
Non ricordo com?era vestito, non ricordo la sua voce, non ricordo il suo sguardo. E nemmeno quando ho imparato il suo nome.
Come tanti altri personaggi, mi aveva semplicemente attraversato come un fantasma.
Non sapevo chi fosse, dove fosse, cosa facesse.
Mi dimenticai presto di lui.
Quando lo rincontrai, qualche tempo dopo, continuavo a non accorgermi di lui.
Continuavo a lasciarmi attraversare come fosse un fantasma.
La mia anima, il mio cuore, erano lontani.
Erano protetti all?interno di un castello inespugnabile, in cima ad una vetta insormontabile, circondata da una palude di coccodrilli!
Ero sicura, nel mio castello, e nemmeno mi accorgevo di lui!
Poi...
Qualcuno mi fece notare qualcosa che forse nemmeno avrei notato.
Quel qualcuno mi mostrò che c?era un tale, un pazzo... che si era messo in testa di espugnare la fortezza... e che stava nuotando nella palude, alla volta della vetta insormontabile... e del castello inespugnabile.
Non ci badai.
Non sarebbe mai riuscito ad arrivare nemmeno alla montagna.
Era solo uno dei tanti.
Dei troppi.
Lo lasciai nuotare.
Ora però mi ero accorta di lui.
Non capisco cosa stava succedendo.
Cominciai a vedere la sua immagine dentro il mio cuore.
Cominciai ad accorgermi della sua cocciutaggine nel volere a tutti costi compiere l?impresa.
Dentro di me sorridevo di tenerezza.
Continuavo a fare finta di nulla.
Certa che presto si sarebbe arreso.
Intanto continuavo nella mia ricerca del «vero» principe azzurro.
E non facevo niente per scoraggiare l?avventuriero. Si sarebbe presto accorto da solo della sua impresa ridicola.
Il tempo passava. Lentamente.
Questo cavaliere non desisteva. Dentro di me avrei voluto lo facesse. Non lo incoraggiavo. Eppure non lo scoraggiavo!
Vedevo nei suoi occhi, leggevo nel suo cuore la volontà di arrivare a combattere per ciò in cui credeva.
Io sapevo, in cuor mio, che non ce l?avrebbe mai fatta. Eppure lo lasciavo fare, per vedere quanto credesse davvero in ciò che avesse dentro. Quanto fosse in grado di sfidare un destino cui, evidentemente, tentava suo malgrado di ribellarsi con tutte le sue forze!
Non ce l?avrebbe mai fatta, lo so. Eppure continuava ad incuriosirmi. A non lasciarmi indifferente.
Coi suoi modi gentili, troppo gentili.
Con le sue continue attenzioni.
Con le sue dolcissime (e misuratissime) paroline dolci.
Coi suoi modi «lenti», ritmati, scanditi da lancette lentissime.
Se avesse fatto un passo appena più lungo l?avrei fatto precipitare nel baratro senza fondo della mia montagna insormontabile.
Invece il destino (in cui lui non crede) lo ha aiutato ben più di una volta nella sua impresa.
Ai miei occhi mi ha mostrato la sua vera essenza. Non potevo non rimanerne colpita, sorpresa.
Forse... forse lui era diverso dagli altri.
Mi misi in mente di non osteggiarlo nella sua impresa.
Anzi, magari di incentivarlo.
Così facendo, pur non lasciando trasparire i miei sentimenti, cominciavo a legarmi a lui. Ad affezionarmi ai suoi modi. Alle sue gesta di cavaliere.
Cavaliere che aveva messo in gioco tutto ciò che aveva per la sua impresa.
Cavaliere che aveva perso tutto, pur di scalare quella vetta.
I giorni passavano...
La distanza tra il mio castello ed il Cavaliere diminuivano sempre di più.
Mai avrei creduto che un personaggio simile sarebbe stato capace di avventurarsi fin qui su.
Mai avrei creduto che io, la principessa tra le principesse, avrei consentito una cosa del genere, senza prima scagliarlo nel baratro, indispettita da tanto ardire!
Ma intanto il tempo passava.
Io mi affezionavo ai suoi modi. Alla sua presenza. Mattino dopo mattino. Giorno dopo giorno. Curiosa dei progressi che aveva fatto nel venirmi incontro...
Povero Cavaliere. Io nel mio cuore sapevo bene che, benché mi stessi affezionando a lui e ai suoi modi, in realtà, nel profondo del mio cuore, avevo già deciso. Però volevo farlo giocare lo stesso. Già una volta mi aveva sorpreso. Già una volta aveva piegato a suo favore il destino.
Beh... sarà strano, ma quando vidi quella donzella accanto a lui. Quando vidi quella fanciulla abbracciarlo. Quando la vidi tenergli la mano. Non so cosa successe dentro di me. Provai una sensazione strana. Lui era «mio». Il mio senso di appartenenza si scatenò. Certo, mai gli avrei consentito di mettere piede nel mio castello. Le mura di cinta erano e restano invalicabili. Ma egualmente ? capii ? che lui doveva essere «solo» mio! Non poteva dedicare nemmeno un briciolo delle attenzioni che mi stava dedicando ad altre. Nossignore
Così gli mandai il mio cavallo alato, affinché lo conducesse in cima al monte!...
E così fu.
Eccolo sul prato fiorito che circonda il castello.
Eccolo a vagare sul ciglio del burrone. Mai. Mai avrei pensato che potesse giungere fin qui.
Mai avrei pensato che sarei stata così debole (o curiosa) da consentirgli tanto.
Però ora era giunto alla fine.
Non poteva più chiedere aiuto ad altre fanciulle... visto che alla sua destra c?era un baratro profondo come una gola dell?inferno.
Non poteva entrare nel castello, a meno che non fossi io a dargli le chiavi. Non ci sono possibilità di espugnarlo.
Costretto a vagare finché io lo voglio sul ciglio del burrone.
È forse ciò che desideravo. Per quanto tempo ancora lo vedrò vagare lungo il perimetro del burrone... prima che, impazzito, si getti nel vuoto oppure che, peggio, tenti una sortita nel castello e le mie mura lo respingano lontano, il più lontano possibile?
Sono curiosa di vedere quanta costanza questo Cavaliere abbia nel suo cuore.
Quanto i suoi occhi siano sinceri.
Quanto sia ancora disposto a combattere per conquistare il mio «inespugnabile» castello.
Vedremo. Lo lascio combattere la sua battaglia senza tempo. Senza storia.
Lo lascio con la sua spada ed il suo cavallo... a vagare all?infinito sul ciglio del burrone. Forse un giorno tornerò da lui... Forse tornerò ogni giorno, per vedere se ha cercato di entrare nel castello. Le mie chiavi però... quelle non le avrà mai. E nemmeno ? lo so ? salterà nel vuoto. Sarà sempre lì, per me, pronto ad esaudire i desideri della sua principessa.
È così, vero? Ditemi che è così!
Altrimenti non avrebbe fatto tutta questa strada, sfidato il destino, scalato la montagna.
Altrimenti io non starei così ora. Mille chilometri di distanza e pensare a lui... anche se solo ogni tanto. Anche se solo distrattamente.
Altrimenti ora... lui sarebbe ancora un fantasma che mi passa attraverso, e non uno dei primi pensieri miei!"
Loving, Bob
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