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31 Dicembre 2008, mezzanotte.
Attorno a me le persone stappano champagne e urlano, sorridono mentre il loro conto alla rovescia mi rimbalza contro.
*10, 9, 8, 7 *
ed io mi guardo in giro, mi volto...
*6, 5, 4*
continuo a dirigere lo sguardo verso la grande sala, scruto tutti i visi in maniera robotica
*3, 2,1..Buon anno!!!*
Guardo chiunque, si,cercandoti.Sapevo fin dall inizio che non ti avrei trovato ma, quando sono in mezzo a molte persone, il mio istinto mi porta a cercarti, sperando che almeno una di loro possa essere tu.
è folle, è illogico. Come altrettanto folle è continuare a pensarti mentre tutti mi fanno gi auguri, mi stringono, mi abbracciano. <Buon 2009> mi dicono.Ed io fingo, fingo,fingo, simulando sorrisi, risate,stringendo mani e scattando foto che ntrappoleranno altri fottuti attimi senza te.
Tra tutti, solo uno riesce a capire come realmente mi sento.è Giacomo, il tuo migliore amico. Forse perchè anche lui ora pensa a te, anche lui si sta sentendo il cuore in panico.
<Se ti stai veramente divertendo rimani pure, altrimenti raggiungimi nel terrazzo tra un paio di minuti. Intanto vado a prendere una bottiglia e due calici>> mi dice all'orecchio.
Ed io senza ripetermelo due volte, dopo poco sguscio fuori da quella stanza ed inizio a salire le decine di scale di quel palazzo.
Ad ogni scalino, i tacchi mi fanno male.Li levo.
Ad ogni scalino, mi sento pesante.
Uno specchio appeso alla parete riflette la mia immagine. Mi vedo, ma non mi riconosco.
Vedo il mio rossetto rosso, il mio abito lungo e vorrei strapparmi via di dosso quella finta luce che emano, quella perfezione del vestito, quel trucco perfetto.
Continuo a fare le scale.Mi tolgo dai capelli il fermaglio che me li teneva acconciati, con una mano mi levo il rossetto.
Quando finisco di fare le scale ed arrivo alla grande terrazza dove Giacomo mi aspetta, mi sento un po' più me stessa.
Lo vedo girato, di spalle.
Mi sente arrivare perchè, seppur senza girarsi, inizia a parlarmi.
<Che m**da>, dice.
Con uno scatto lo abbraccio e inizio a piangere, a piangere e a piangere.
<Mi manca tanto.Tanto> singhiozzo.
Sento freddo, sento l'alcool annebbarmi la testa eppure rimango ferma, immobile tra le sue braccia.Le braccia del migliore amico di Stefano.Le braccia di qualcun altro che sente ciò che provo io.
E per un attimo, solo un attimo, mi sento un po' a casa.
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