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Come molti di voi sapranno, oggi era l'ultimo giorno di scuola. L'ultimo giorno ed io non ero presente, poichè sono stato male...Ma questo è irrilevante, perchè nessuno ha notato la mia assenza. Nessuna chiamata, nessun messaggio per chiedermi come sto.Niente.
Un dolore sordo mi stritola il cuore.
Sono ormai anni che non ho nessuno, neanche l'ombra di una amicizia.Cosi è passata la mia adolescenza, nel nudo limbo dell'isolamento.E cosi incontro l'estate, la stagione, per molti di noi, più odiata poichè il mondo fuori pare indorato della felicità, della spensieratezza ed io come un'inutile spettatore contemplo il tutto dietro lo strato di vetro della mia finestra. Lascio cosi trascorrere i giorni, ammazzando delicatamente il tempo con la mia timida e primitiva arte di vivere. Non capisco, perchè a me, perchè a noi questo triste destino? Eppure sono un ragazzo di bell'aspetto, mediocramente intelligente, e con una generosità mai corrisposta...Ormai le speranze mi hanno abbandonato, non chiedo più nulla.Inutile e triste nella mia camera;nella muta compagnia della lettura.Ma neanche questo è possibile. Vengo disturbato, dalle imbarazzanti domande dei miei genitori, che mi chiedono ogni giorno perchè sono sempre solo, perchè non esco con nessuno. Sorrido tristemente. Allora come sempre, celo il mio dolore e prontamente rispondo con ipocrita superbia:"La compagnia degli altri mi annoia, le persone sono troppo superficiali". Non voglio essere considerato come un malaticcio, come una persona bisognosa di aiuti e attenzioni;perciò esco fuori, dico che mi vedo con degli amici.Esco, poco distante mi siedo su una panchina, all'ombra per non esser visto... e lascio passare le ore;e voi sapete bene come le ore in solitudine siano un'eternità. Torno, racconto sempre nuove situazioni, sempre nuovi nomi, sempre più articolate bugie...come è difficile sostenere questa farsa...lo faccio da anni.Vorrei solo poter leggere in pace, l'unica cosa che riesca a distrarmi a alienarmi dalla desolazione della realtà;senza troppe domande senza troppi silenzi di pietà.è chiedere troppo?...
Cosi mi ritrovo qui, a scrivere queste sciupate righe, nel vanitoso bisogno di compassione, nella speranza di appagarmi di qualche parole di consolazione. Pochi attimi e poi di nuovo l'eternità
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