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...Il dolore che si prova a essere soli...è orribile in effetti; io pure ci sono messo dentro...eppure, eppure sembra che la dimensione del dolore abbia un altissimo valore...non lo dico io, ma tanti saggi come Nietzche ad esempio.
Quest'ultimo dice che "l'uomo presso cui l'abbondanza di vita è più piena, non solo ama lo spettacolo terribile e inquietante ma anche tutto il lusso di distruzione, di disegregazione, di negazione;la cattiveria, l'insanità, la brutezza gli sembrano in qualche modo permesse come ingredienti in più nell'esistenza, capaci di fare di ogni deserto un paese fertile...";ciò non significa essere masochisti ma consapevoli che la pienezza della vita la generano anche le negatività, altrimenti la vita assomiglierebbe a quei universi illustrati nelle pubblicità delle merendine o nei programmi per bambini!?
Nietzche in particolare è grandioso quando inventa il concetto di "grande salute" in contrapposizione all'idea di "piccola salute".
La piccola salute -dell'anima e del corpo- è quella di cui non è mai stato malato, di colui che pensa che l'esperienza della malattia è qualcosa che non dovrebbe mai accadere, o che mai sarebbe dovuta accadere...
La grande salute, invece, è la ritrovata salute di chi ha fatto l'esperienza della malattia, che è capace di sostenerla e che si appoggia su questa esperienza per affacciarsi alla vita...la grande salute è quella di colui che ama la leggerezza ma che anche è grato al fardello che lo tiene legato...
Cioè a dire: Validare le negatività, farle entrare nelle nostre vite significa vincerle, annullarle;
invece cercare di escludere dalle nostre vite le negatività si risolve in affermarle...
Tutto ciò sembra perverso ma è così..
...Questo è Nietzche...
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