...è una fredda mattina d'inverno...il mio vagare mi fa giungere sulla riva di un mare a me conosciuto...mare dove trovai una conchiglia fatata che mi raccontò una storia tanto bella per quanto triste, mare testimone di appassionati baci...mare amato ed odiato...inveito ed accarezzato, mare che unisce ma anche divide.
Deserta è la spiaggia, mi guardo attorno e scorgo solo un infreddolito gabbiano...mi si avvicina e mi cammina a fianco come a farmi compagnia...poco dopo mi fermo e lui si ferma con me.
Lo guardo, c'è tristezza nei suoi occhi e un'aria smarrita...anch'esso probabilmente sconfitto dalla vita.
All'improvviso un melodioso canto mi arriva dal mare e una figura mi appare...che meravigliosa sirena!!!...che stupenda creatura!!!...in tumulto il mio cuore in affanno la mia mente...la mia mano che affonda nella sabbia e ne disegna il suo meraviglioso volto...ma non voglio...cerco di scacciare quelle immagini ma...ma non ci riesco.
Ora il gabbiano è proprio accanto a me, mi guarda per un istante per poi con violenti colpi di becco cancellare quel volto.
Mi alzo...cammino e con me il gabbiano...riprendo il mio folle vagare...senza meta...camminando a tentoni.