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Dedica a cui stai rispondendo

Quella sera andai a dormire con una strana sensazione. La mezzanotte era ormai passata da un pezzo, ma non avevo sonno. I battiti del mio cuore acceleravano sempre un po' di più. Diedi ingenuamente la colpa alla stanchezza. Mi arrivò un tuo sms. "Ci vediamo domani bambolì, torno in paese per un po', tanto ho tempo per il prossimo esame. Buonanotte bambolì!"...sì, mi scrivesti proprio così. "Buonanotte". D'altronde chi lo avrebbe immaginato che quella sarebbe stata la tua ultima notte.

La nostra amicizia era cominciata diversi anni addietro, quando ci incontrammo per caso a una partita della squadra del nostro paese e iniziammo a parlare del più e del meno. La prima cosa che mi dicesti era che studiavi a L'Aquila, non molto distante dal nostro paesino. Ed eri felice, perchè avevi scelto la facoltà più giusta per te. Sognavi di laurearti presto.

Da quel giorno iniziammo ad uscire diverse volte insieme agli altri del nostro gruppo. Ed ogni uscita era puro divertimento, perchè tu riuscivi sempre a diffondere il sorriso sul viso di tutti. Sì, questo era un tuo pregio immenso. Sapevi far ridere, sapevi portare sempre e comunque una ventata di buonumore.

Ti risposi all'sms subito. "Ok, allora a domani fratellone!...dormi bene!"...quella fu l'ultima volta che ti sentii.

Mi addormentai, dopo una mezz'ora abbondante. E poi, accadde. 3:32 del mattino. 6 aprile 2009. Il letto iniziò a sussultare, il lampadario a oscillare fortemente, le ante dell'armadio a sbattere, i piatti e i bicchieri in cucina a cadere e a frantumarsi. Aprii gli occhi di scatto. Mi aggrappai al letto, mentre mia madre urlava il mio nome e diceva di proteggermi sotto la scrivania.
Ma io ero come immobilizzata, come trattenuta da un qualcosa che mi impediva di alzarmi, di ripararmi.
Pianti di bambini, grida di madri iniziarono subito a squarciare il silenzio di quella notte purtroppo indimenticabile.
Vidi comparire diverse crepe sulle mura. Mi aspettavo che cadesse il soffitto da un momento all'altro.
Poi, d'improvviso come era inziato, tutto si fermò. Cocci di stoviglie e soprammobili a terra, ante aperte, crepe sui muri. Ma, sul momento, fui felice, perchè noi stavamo bene.

Non passò molto tempo, la notizia del terremoto dilagò subito in tutta Italia. Pochi minuti dopo accesi il televisore, e le prime immagini che vidi furono quelle di una città devastata. Una città ormai fantasma. Case e palazzi crollati, monumenti abbattuti, cenere e polvere ovunque. Riconobbi immediatamente in quelle immagini crude la città dove trascorrevo molti miei momenti felici.
Riconobbi in un edificio crollato il bar dove andavo sempre a fare merenda con te e con gli altri. L'Aquila ormai non esisteva più. D'istinto, senza neanche rendermene conto, presi il cellulare e ti scrissi un SMS.
"Stai bene, vero?...ti prego dimmi che stai bene, scrivimi, fammi sapere, ho visto le immagini de L'Aquila, è tutto crollato...ti prego dimmi che stai bene."...ci fecero immediatamente uscire di casa, fecero evacuare il nostro palazzo. Tutti giù nel cortile. Il freddo era pungente e tagliava la pelle.Portai con me il cellulare.Lo fissavo tremando, aspettavo che comparisse sul display quella bustina col tuo nome. Ma niente.
Il tempo passava lento e inesorabile in quel cortile dove eravamo tutti ammassati, uno sull'altro, tra grida, pianti, urla, silenzi disperati.
Ma non sentivo nulla. Fissavo il cellulare. Ti aspettavo. Alle 4:18 decisi di chiamarti. Il tuo cellulare squillava. Uno squillo. Ti prego rispondi. Due squilli. Forza Lorenzo, rispondi. Tre squilli. Lorenzo non abbandonarmi. Quattro squilli, cinque,sei, sette. Niente. Non rispondevi. Le lacrime iniziarono a sgorgare a fiotti dai miei occhi. Avevo capito. Qualcosa dentro me, qualcosa di crudele e spietato, mi urlò che non mi avresti più risposto. Che non avrei più sentito la tua voce. Che non ti avrei più rivisto. Che non avremmo più assistito a nessuna partita insieme. Che non mi avresti più chiamata "bambolina". Alzai gli occhi al cielo, ancora scuro e spaventoso. Sussurrai piano "Addio, fratellone...", e ti lanciai un bacio tra le stelle.

Non ti dimenticherò mai, campione. Mai.