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Dedica a cui stai rispondendo

Per anni domandandomi la causa della mia solitudine, della mancanza di amici, della vita schifosa che faccio buttando via i miei migliori anni, ho pensato a fatti esterni: la società che porta all'omologazione e isola i "diversi" come me, le persone superficiali che ho incontrato, la sfortuna di essere nata in un paese molto piccolo. Tutte scuse, tutti modi per non vedere la triste verità: la colpa è MIA. Solo mia. Le poche occasioni che ho e ho avuto per risollevarmi le ho deliberatamente buttate via. Se qualcuno mi invita, mi dice di uscire, mi chiama (raramente, eh) io rifiuto. Per snobismo, forse, perchè mi sento un pesce fuor d'acqua, perchè non voglio fingere di essere quello che non sono. Una vecchia amica mi ha invitato ad una festa stasera, ma io ho detto no. Ho paura di stare in mezzo alla gente, mi sento ridicola, inadeguata, se dovessi ballare sarebbe penoso, e poi non so divertirmi; rimarrei in un angolo come un palo come una cretina.
Questa è la triste verità: io non sono vittima della solitudine, io scelgo la solitudine, anche se mi fa stare male. Scelgo io stessa di fare una vita che non è vita, scelgo con masochismo di crogiolarmi nel brodo di sofferenza che mi sono costruita io stessa. E' una situazione senza uscita, perchè non dipende solo dagli altri, dipende soprattutto da me, e io non riesco a cambiare. Mi sono sempre considerata forte per non averla mai fatta finita, ma in realtà sono debole, sono una che non riesce ad affondare e non ha la forza di risalire.