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Ieri, 27 gennaio 2010, è stato celebrato il Giorno della Memoria, in occasione dell'apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945.
Però i crimini efferati, anche se non vissuti, rimangono nei nostri occhi e nella nostra mente vedendoli anche solo per TV.
Vorrei citare la seguente poesia, che costituisce la prefazione del romanzo scritto da Primo Levi che, in poche parole, racconta la tragicità dell'argomento, vissuta personalmente:
"SE QUESTO E' UN UOMO"
Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per un pezzo di pane, che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare. Vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi - Se questo è un uomo.
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