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Sono pochi coloro che riconoscono il profondo cambiamento del "pianeta anziani" avvenuto negli ultimi quindici anni e, di conseguenza, vi è una società incapace di rispondere positivamente alle esigenze di una popolazione con una percentuale di ultra settantenni in continua ascesa. Oggi la società, assegna un ruolo positivo solo a chi produce, mentre considera un costo coloro posti fuori dal ciclo produttivo, negando agli anziani un ruolo attivo, considerando inutile tutta la loro esperienza, condannandoli di fatto, all'emarginazione. La mancanza di considerazione della dignità e delle necessità materiali di chi è reso vulnerabile dall'età, dalle malattie, dalla solitudine e spesso dalla povertà, è una nuova forma di razzismo, che mette fuori gioco chi non stà al passo con il rampantismo dilagante nella società attuale. Il Italia, il 30% di anziani vive da solo, una percentuale davvero alta, e gran parte dei loro problemi non'ha nulla a che fare con la fisiologia, ma sono una diretta conseguenza del loro stato sociale, nel sentirsi inutili, esclusi, nella mancanza di opportunità. Stà proprio qui la radice della loro malattia e la diagnosi è definita "Sindrome da cuore spezzato". Solo una società in grado di rispondere positivamente alle esigenze di una popolazione anziana in salute, avrà la capacità di affrontare i bisogni dell'anziano fragile, non autosufficiente che è un problema drammatico che coinvolge milioni di persone. I diritti delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie rimangano esili ed in alcune realtà negati. Proprio in causa dell'assenza di un progetto pubblico, le famiglie sono costrette a trovare soluzioni in solitudine, talvolta ad indebitarsi, per assicurare assistenza alla persona cara e a ricorrere al mercato anomalo delle assistenti agli anziani, le cosidette "badanti", quasi tutte straniere, provenienti da paesi poverissimi. Queste svolgono, a dir il vero, un lavoro "insostituibile" nel campo della non autosufficienza. Sono migliaia le famiglie che si trovano spesso improvvisamente a fare i conti con un familiare che giorno dopo giorno decade fisicamente fino a rimanere infermo. Sono molti e diversi i problemi che la famiglia si trova a dover affrontare, non ultimo quello economico. Il primo da risolvere è quello di aiutare la persona malata a conservare la propria dignità e prendersi cura di un familiare non autosufficiente è un impegno d'amore. L'altro problema è quello economico: un anziano assististo a casa da una "badante" costa alla famiglia mediamente 27 euro al giorno, piu le imposte (da 0, 97 a 1, 80 per ogni ora lavorativa) e l'eventuale vitto e alloggio, più tredicesima, ferie e liquidazione. Necessita un cambio di prospettive, l'anziano non'è colui che deve essere tollerato, ma colui che va considerato come un depositario di una esperienza che è bene ascoltare e considerare, il testimone dell'identità della famiglia e dei suoi valori. La riscossa della terza età è auspicabile per tutti, soprattutto perchè se oggi ci sono 13 persone comprese tra i 50 e 70 anni che possono accudire un ultra 85enne, tra vent'anni il rapporto sarà di 8 a 1, e nel 2050 un Italiano su tre sarà anziano. Per contrastare il propagarsi della "Sindrome da cuore spezzato" è opportuno riflettere seriamente ora, finchè c'è ancora tempo...
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