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Il primo giorno di medie ero felice poiché mi sentivo più grande, cresciuto ma soprattutto una cosa mi s’insinuava nella mia coscienza ancora fanciullesca: ”Finalmente potevo guardarmi i cartoni all’una e mezza”. Le medie le ho vissute sempre superficialmente senza capirne l’importanza ma proprio adesso, alla fine, mi rendo conto che la scuola mi e servita. Inizialmente il primo giorno di scuola, l’unico pensiero che avevo era quello del conto alla rovescia che mi separava dalle vacanze. 281 giorni cioè quei 404640 minuti che dovevo passare seduto su una sedia a sorridere e annuire alle professoresse che spiegavano, prima di rivedere il mare.
Ciò per me significava solo 24278400 secondi di sofferenze scolastiche, i miei genitori che si arrabbiavano e le professoresse che avrebbero detto solo che io avrei potuto impegnarmi di più solo se lo avessi voluto.
Il fatto che mi fa e faceva arrabbiare di più ed esattamente questa frase poiché io alle elementari e all’inizio delle medie io m’impegnavo ma anche se lo facevo non raggiungevo nessun risultato e ciò mi demoralizzava tantissimo.
La terza media è, fino ad ora, il periodo più bello che abbia vissuto; mi ricorderò sempre di “quelli dell’ultimo minuto”, così ci siamo chiamati io e iamu poiché ci riduciamo sempre all’ultimo momento per fare o copiare i compiti, anche oggi abbiamo copiato qualche materia non dico quali per evitare che la professoressa lo vada a riferire alla professoressa della materia riferita. Non dimenticherò Alessandro ed io durante la lezione nessuno dei due che seguiva perché totalmente persi nell’infinito di Leopardi.
Non mi dimenticherò delle “secchione”, sottolineo la “e” dato che a parte Mendolia nessun maschio era da considerarsi "secchione"; vorrei anche precisare che ci sono state volte in cui io ho desiderato essere un secchione per provare cosa vuole dire essere considerati bravi, rispondere ad unna domanda senza nessuna difficoltà e nessuna incertezza.
Proprio questo pensiero mi ha permesso di andare avanti e dare l’“ultimo colpo di reni” e altare alla sufficienza le ultime materie che erano sotto di essa.
Ora sono felice di essere come sono e di avere fatto ciò che ho fatto nella mia vita ma se si potesse ripetere, migliorerei alcune cose; ad esempio mi sarei “svegliato” prima e sarei partito con una buona media già dall’inizio così che avrei potuto dire prima quello che sto per dire e che non avrei mai pensato di dire: “Ho scoperto quanto può essere bella la scuola”.
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