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Era l'anno dei mondiali quelli del 1982, Paolo Rossi era un ragazzo come noi..
Mi divertivo così tanto a giocare nel cortile, con i ragazzi e le ragazze che abitavano nel mio stesso palazzo.
Si giocava soprattutto a calcio, cercando di imitare i gol di Paolo Rossi, il nostro mito, colui che spinse l'Italia e gli Italiani a vincere un mondiale strepitoso, battendo squadre come il Brasile e la Germania in finale.
Simone era il ragazzino più felice di tutti, eppure era malato, aveva il viso giallo, a causa dell'anemia mediterranea, eppure noi vedevamo solo il suo sorriso e la sua voglia di vivere.
Un giorno seppi dalla mia mamma che Simone sarebbe morto da li a poco.
Infatti confidandosi con un suo grande amico, disse: Sandro questi sono i miei ultimi mondiali, non so se nel 1986 ci sarò!
Mi si gelò il sangue. Avevo solo 10 anni e volevo tanto bene a Simone.
Lui mi spronava sempre a giocare in porta, diceva che ero brava.
In cuor mio speravo, ce la farà, Simone non morirà, ma se ne andò, lasciando in tutti noi un vuoto incolmabile.
Tutte le volte che ci sono i mondiali, non posso fare a meno di pensarlo.
Simone, so che ci sei, so che hai esultato con noi in quella meravigliosa notte del 9 luglio a Berlino.
Hai visto, ce l'abbiamo fatta! Abbiamo sollevato assieme un'altra volta la Coppa del Mondo, come nel lontano 1982.
Il cielo si tinse di azzurro, ed il tuo viso, ha sorriso ancora di più.
Simone guarda ancora con noi i mondiali!
La tua vita non si è mai spenta.
Con affetto ed amicizia
Chiara
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