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Dedica a cui stai rispondendo

Ho sentito parlare di te per mesi, tra un discorso e l'altro, dalla bocca di mia sorella.
Poi due settimane fa ti ho visto, per la prima volta. La vergogna non mi ha dato modo di guardarti troppo a lungo negli occhi, eri un po' controluce e ho avuto solo la possibilità di presentarmi, di stringerti la mano.
Da quel momento ho cominciato a pensarti, in modo strano, non continuamente. Avevo ansia di rivederti. Poi domenica, quando mio cognato è passato a prendermi sotto casa, c'eri tu in auto con lui. E' stato folgorante. Non ho capito più nulla, ho avuto la conferma che non eri solo un miraggio, ma che realmente sei il ragazzo più bello che io abbia mai conosciuto.
Abbiamo scambiato due parole, ma io non sono riuscita a parlare più di tanto dall'emozione. Questo mio stupido carattere mi pietrifica, mi fa sembrare indifferente.
Da tre giorni ti penso incessantemente. In ogni momento. Ed è strano per me, che non sono mai stata una di quelle ragazze che si lascia catturare solo da una bella forma, ma ricerca sempre la sostanza.
Probabilmente è la tua storia che mi affascina, le immense difficoltà che stai affrontando. Ho pochissime opportunità di vederti. E so che forse sei talmente concentrato su te stesso, che a stento potresti accorgerti di me. Sto odiando più di prima la droga, e so quant'è difficile avere la forza di entrare in una comunità a disintossicarsi. Ci vuole coraggio, ma ancor più ce ne vuole per resistere e non ricadere nel baratro.
Posso parlare di te solo a pochi, sono tutti preoccupati per me. Ma non posso fare a meno di pensare che ho visto del buono nei tuoi occhi, che è un istinto naturale quello che mi spinge verso di te e non posso, giuro, non riesco a frenarlo.
Spero tanto che ti accorga delle mie piccole mani timorose e del mio sguardo che ti aspetta, che ti vuole. Inspiegabilmente.