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Lei lo amava a tal punto che non riusciva nemmeno più a mangiare.
A nulla servivano le scrollate della madre, ancor meno i rimproveri del padre, non c’era nulla da fare.
La sua bellezza sfioriva con il passare dei giorni, i capelli si assottigliavano fino a spezzarsi come le sue speranze per una misera telefonata che non arrivava mai, non arrivava più.
I suoi fianchi rotondi, perfetti che avrebbero attratto anche un monaco erano scomparsi, al suo posto appariva evidente sempre più un bacino ossuto, marcato che impressionava chiunque osava scendere con lo sguardo.
A nulla erano servite le punture in ospedale per aiutarla.
Lei si stava morendo addosso giorno dopo giorno, i suoi splendidi grandi e dolcisssimi occhi avevano lasciato il posto a due fessure scavate e anche lì l’orbita oculare ossuta faceva trapelare il cranio.
Le sue stupende gambe rosa e tornite, seducenti ed erotiche avevano lasciato il passo a due esili arti filiformi come quelli di un fenicottero.
Ormai i medici disperavano, se lei non avesse contribuito per la sua esistenza, per la sua sopravvivenza non ci sarebbe stato più nulla da fare.
Si stava lasciando morire, morire per amore.
L’anoressia dilagante ne era solo una logica conseguenza.
Al contrario lui continuava a mietere vittime con la sua assurda bellezza, l’aveva presa, posseduta nel fiore della sua bellezza usando mille promesse, tutte chimere come le urla delle rondini.
E così veloce come loro era volato via per corteggiarne un'altra per farla cadere.
Rideva della loro disperazione, del loro amore, addirittura mostrava le macchie di sangue della verginità lasciata sul lenzuolo come prova assoluta della loro disfatta.
Molti suoi presunti amici lo detestavano ma non potevano far altro che constatare giorno dopo giorno il suo irresistibile fascino.
Garko era la bellezza fattasi persona.
Il suo viso e il suo corpo erano semplicemente perfetti.
Nessuna donna gli resisteva, i pochi amici fidanzati si guardavano bene dall’uscire con lui, terrorizzati dal fatto che la loro fidanzata sarebbe stata irrimediabilmente attratta da lui.
Tanto era irresistibile, tanto era spietato e se ciò non bastava possedeva anche un appartamento prestigioso e tanti soldi lasciati in eredità dai suoi.
Sotto casa un ferrari nero cabriolet da sogno che avrebbe fatto capitolare anche la donna più difficile.
Quando venne a sapere che lei era morta si fece una grassa risata, pensò a quanto fosse stata stupida a credere che lui potesse essere solo esclusivamente sua.
Si sentiva la coscienza a posto, non aveva mai promesso nulla a nessuna, solo sesso e vita lussuosa per un massimo di una settimana a seconda di quanto le sue prede fossero belle.
Simone aveva compreso bene che quell’essere negativo non era altro che un dèmone, mandato solo per distruggere anime innocenti, per traviare con una ferita profonda e lacerante anche di chi le amava in pieno 2010 era moderna, i diavoli possono agire indisturbati, dopo secoli erano riusciti a far credere a tutti di non esistere, quasi a tutti.
Sicuro di non conoscere sconfitta continuava la sua opera di distruzione..
Già il fatto decisamente marginale che nel pub lo aveva sconfitto sia a braccio di ferro che a freccette di fronte a tutti umiliandolo anche di fronte alla sua ultima e bellissima conquista, presagiva che il vento stava cambiando decisamente direzione.
Garko vedeva Simone come fumo negli occhi.lo detestava perché era simpatico e amato da tutti, lo odiava, non aveva nemmeno una ragazza da sottrargli.
Non riusciva a comprendere come mai su di lui non avesse nessun carisma.
Non poteva realizzare che un entità ancora più grande gli si potesse manifestare in qualche modo, annientandolo.
Alcuni giorni dopo conobbe lei, una donna bellissima, un corpo statuario, la voce sembrava quella delle sirene di Ulisse, era semplicemente irresistibile, qualsiasi uomo la guardasse il suo unico desiderio mentale era quello di portarsela a letto, lei era semplicemente la lussuria fattasi donna, capelli rossi come il fuoco, gli occhi blù di un quadro di Klimt e una pelle di luna, bianca come la cera, il corpo era l’immaginario collettivo di qualsiasi uomo, uno spaccato esatto che comprendeva Marilyn Monroe fusa a Monica Bellucci con l’innesto di dolcezza di Meg Ryan e il fare superbo di Angelina Jolye, da dove proveniva tale perfezione non riusciva a comprenderlo.
Lei accettò di buon grado di seguirlo a casa, e quando con un movimento lento, graduale lei fece cadere la sua veste apparendo nuda come una Dèa, lui trasecolò, nessuna delle sue conquiste poteva minimamente essere confrontata, accostata o paragonata a lei, sembrava di un altro mondo.
Quando accostò le labbra alle sue sentì come mille piccole punture di ago come toccare una medusa e quel bacio si trasformò in una piccola tortura.
Quando si sentì dire “ma che hai non ti piaccio’”,il suo orgoglio di maschio tornò subito a galla e l’afferrò subito per i fianchi e la prese, mentre facevano l’amore a ogni sussulto sentiva che la sua vitalità veniva meno.
Non riusciva a sentire il minimo piacere e dopo alcuni istanti che apparivano interminabili in preda a dolori lancinanti fin dentro il midollo spinale lui le chiese ma chi sei tu?
Lei guardandolo intensamente come fa la tigre con il cerbiatto disse:-Io sono il dolore che si è fatto materia.
Ho racchiuso in me tutta la bellezza delle donne che hai conquistato, unita insieme.
Tutto il dolore e la sofferenza che hai causato con crudeltà inumana e cinismo spietato.
Nella mia bocca hai trovato con la tua lingua il virus di Ebola che ti darà entro poche ore molte lesioni in tutti i tuoi organi interni, sulle mie labbra hai trovato il virus dell’epatite c fulminante o meglio definita silent killer, nel mio sesso hai potuto assimilare l’immediato contagio della lebbra, del colera e dell’implacabile virus dell’aids.
Questo mix mortale non ti ucciderà subito, prima si prenderà la tua bellezza, poi per le cure tutte le tue ricchezze, ma tutto ciò non servirà a nulla perché irrimediabilmente morirai non prima di provare sofferenze inaudite, le stesse che hai causato spezzando i cuori delle tue vittime senza nessuna pietà.
Se vuoi facciamo di nuovo l’amore ti và?
No, grazie preferisco che te ne vai subito, sei un assassina, maledetta!
In realtà sono semplicemente la fusione di tutte le maledizioni che ti sono state mandate da tutte le persone che ti hanno conosciuto, non potevo fare altro che intervenire per interrompere la tua squallida vita e il dolore che arrecavi a chiunque.
Addio…
In realtà Garko subito dopo ebbe un brutto infarto, l’emozione di andare a letto con una donna così superlativa e quella confessione inventata di sana pianta da quella squillo di lusso pagata profumatamente da Simone e tutti i suoi amici con una colletta gigantesca lo avevano trasformato con le lunghe cure di cortisone in un uomo calvo e gonfio senza più nessun fascino e quando un conoscente ubriaco senza più freni inibitori gli confessò che non era rimasto altro che vittima di un atroce scherzo sfuggito di mano ai suoi amici, ci restò secco quasi per davvero, in quel pub e davanti a tutti!!!
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