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Come stai? Questa è la trentunesima lettera di un amore passato, che ti mando.
Ho scelto carta e penna, così potrai palpare la mia fatica, la mia rabbia e forse, anche un po' il mio amore. Ho sentito che te la cavi bene laggiù. No, non è vero che l'ho sentito. Me ne sono accertata io. Lo sai, fin quando non sono io ad accertarmi, non mi sento realizzata. In realtà questa è la prima lettera che riceverai, le altre trenta sono tutte sparse su quella scrivania, quella nera, quella su cui ti appoggiavi quando litigavamo. Alcune di loro sono messe davvero male, ho deciso di sfogarmi su di loro. Sai, è come sfogarsi un po' su di te. Perché ti scrivo, ti chiederai. In effetti, ci stiamo facendo la stessa domanda. Non è una richiesta d'aiuto, o d'amore. Non le hai mai comprese, figurati ora, che della tua vita so poco e niente. Voglio che tu sia consapevole di ciò che che mi hai resa in quei brevi mesi. E perché no, anche di quello che mi stai rendendo in questi eterni mesi senza di te. Mi è piaciuto questo nostro amore, un po' come quello dei film. Quest'amore un po' dannato e un po' malinconico. Questo farsi guerra per poi trasformare le lenzuola in bandiere bianche d'amore. Quest'amore fatto di strada, di tram che passano e di treni che se ne vanno. Quest'amore di abbracci, non da film però. Perché avrei voluto abbracciarti annebbiando le persone vicine, facendo partire una canzone. Invece, ogni volta che ti abbracciavo, sentivo gli occhi delle persone su di noi. Occhi d'invidia, occhi speranzosi, occhi ridenti. Ma in realtà, non ci ho mai badato tanto. Anzi, già che c'ero ti baciavo. Non era proprio un bacio da film vero? Però è stato il più bel gran film in cui son stata attrice. Ma non recitavo un copione. Le uniche battute da imparare erano le tue labbra, e devo dire che è l'unica volta che ho studiato. Anche se ti chiedevo ripetizioni ogni volta. Facendo finta di non aver capito ciò che loro volevano insegnarmi, trasmettermi. Devo anche dire, che tu forse non lo sentivi, ma quando ti vedevo, non solo riuscivo a entrare in un'ottica di un mondo più bello e pulito, ma mi si formava un grumolo dentro lo stomaco, farfalle allo stomaco? Non lo so, non ci ho mai creduto. Più che farfalle, erano veri e propri squali che mi divoravano. Ma più lo facevano, più riuscivo a rilassarmi. Ma quando ti avevo finalmente davanti, sparivano. Quando ti prendevo finalmente per mano, sparivano. Anche se la prima volta che ho preso la tua mano, è stato davvero raccapricciante per me. Ho pensato alle migliori soluzioni per non farti capire quant'ero piena di tutto in quel momento. Certe volte, facevo finta di non guardarti. Invece lo facevo con la coda dell'occhio. Sai, quell'orgoglio maledetto che non mi permetteva di guardarti negli occhi e parlarti del mio amore. Devo dire, che non è mai stato facile con te. Ho dovuto avere tanta pazienza, pazienza di accogliere le tue lune, cancellando le mie, e di cercare di trasformarle in tanti piccoli soli. Ma tu non volevi mai. Tu volevi sempre sfogarti con me, su di me, ma non hai mai fatto caso alla mano che ogni volta ti tendevo, ma che tu non volevi prendere mai. Così, tu ci dormivi su, io ci morivo su. Ma facevo finta di niente. Che cos'è l'amore in fondo? E' forse volere il bene della persona che si ama? Perché se è cosi, credo proprio di averti dato tutto l'amore del mondo. Quando ritornavi ad essere in te, ritornavi da me. Ed io ti accoglievo più speranzosa e felice che mai. Ho capito la natura del tuo dolore, e ho cercato di renderlo anche un po' mio, così da alleggerirti. Ma tu eri egoista, volevi tutto per te, persino il tuo dolore. Così facevi del male anche a me. Così facendo non avresti sofferto solo tu. Ma a te passava, a me rimaneva dentro. Mentre io cercavo di curarti, tu non sapevi nemmeno riconoscere una ferita. Ho sopportato la tua gelosia infondata, e la mia, troppe volte fondata. Mascherata da una risata e da un bacio dato per concludere in fretta la discussione. Ma dietro quella risata e dietro quel bacio c'era tutta la preoccupazione e la rabbia del mondo. Però per me, eri ciò che chiamano 'salvezza'. Come dire, mi hai strappato dalla mia costante monotonia e hai trasformato il mio modo di esistere, nel mio attuale modo di vivere. Devo dire, che qualche mese fa, questa vita che mi hai donato, te la sei portata con te. Ma non preoccuparti, anche se so che non lo farai, l'ho già ritrovata. L'avevi persa correndo già verso qualcun'altro, e io mentre cercavo di inseguirti, l'ho ritrovata. I mesi senza di te, sono stati mesi vuoti, mesi fin troppo insipidi. Mi mancava persino il tuo egoismo. Mi mancavano i tuoi capelli, che non ho mai fin troppo accarezzato. Mi mancava la tua bocca, che non ho mai fin troppo assaporato. Mi mancavano le tue mani, che non ho mai fin troppo stretto, per la sola paura di farti male. Mi manca il tuo corpo, che non ho mai fin troppo scaldato con il mio. Di questo mi pento. Di aver provato dentro tanto amore, ma di non averlo esternato. In realtà lo facevo, ma mai abbastanza. Tu volevi sempre, sempre di più. E io delle volte, ti davo sempre, sempre di meno. Perché tu non mi davi mai, mai quello che chiedevo. Mi mancavano anche quelle promesse, che mi dicevi a voce, quando vedevi tutto bello, quando tutto ti andava bene. E allora cercavi di essere ottimista, e cercavi di esserlo anche con me. Mi avevi promesso di tenermi con te per sempre, o almeno, fin quando svegliandomi la mattina, avrei visto le rughe del tuo viso. Ma tutto ciò dov'è? Dov'è sparito? Quest'amore mi ha bruciata, mi ha segnata nel profondo. Mi ha fatto cadere e più volte non avevo la voglia di alzarmi. La forza di volontà si, ma avevo voglia di chiudere gli occhi, riaprirli, e trovare la tua mano pronta a sollevarmi. Invece no, non è mai andata così. Ma un giorno mi son detta che questa vita ha sostanzialmente tre tempi verbali; il passato, il presente ed il futuro. E a te, apparteneva solo il primo. Così ho raccolto tutti i miei pezzi, che sapevano ancora di te, e li ho ricomposti. Ed oggi sono qua, a scriverti tutto ciò. Non so il perché, forse perché voglio dirti tutto quello che non sono mai riuscita a dirti, perché lo sai, amavo così tanto le tue parole, da lasciare che le mie diventassero rumore. Lasciavo parlare te, lasciavo fare tutto a te. Ora che ci penso, potevo lasciarti anche l'amore, almeno il mio amore per una volta sarebbe diventato rumore e il tuo sarebbe diventato motore. Ma va bene così, va bene la vita così, senza di te.
Al mio cuore ha fatto bene amarti. Perché ho capito i limiti dell'amore, ho capito fin dove sono capace a spingermi. Fin dove sono capace a ridurmi sostanza e anima per una persona.
E devo ringraziarti, perché la prossima volta che riuscirò ad amare, riuscirò a dare ancora di più.
Anche se quelle promesse le avrei volute mantenere con te, cercherò di immaginarle con chissà chi altro.
Le immaginerò e penserò che saranno vere. Perché non proverranno dalla tua bocca.
Ma va bene così, va bene la vita così, senza di te.
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