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Ti ricordi quando mi chiamavi così? Lince. Dicevi che avevo gli occhi da lince. Me lo avevi detto per la prima volta quel giorno, quando era un mese che stavamo insieme e festeggiavamo su quella panchina fredda semplicemente stando abbracciati e guardandoci negli occhi. Ricordo che appena tornata a casa avevo cercato tra le immagini di Google quella lince a cui dovevo assomigliare, ed è uscito fuori quella specie di gatto con le orecchie lunghissimi e gli occhi col taglio simile al mio. Mi divertivo con te. Ricordo alla partita, quando mi sei venuto a vedere e senza che io ti dicessi niente avevi indovinato chi era mia madre semplicemente guardando i suoi occhi, e l'avevi chiamata "lince madre". E quando la partita è finita, che ti sono venuta incontro per ringraziarti della sorpresa e stavamo attenti a non farci vedere da mia madre.. Quelli sì che erano bei momenti. Come quando venivo ai tuoi allenamenti per stare un pò insieme a te, e quei pochi minuti rendevano speciale ogni giornata. Quando al cinema ti ho detto per la prima volta ti amo... Quando mi promettevi che non sarebbe mai finita, che niente sarebbe finito e saremmo rimasti noi, noi per sempre a scrivere una favola solo nostra. Quante bugie bimbo... Oggi mi sembra così stupido stare a ricordare tutte quelle inutili promesse, tutti quei sorrisini e quei giorni quando tornando a casa sentivo il tuo odore nel mio giubbetto. E lo annusavo, lo annusavo profondamente prima di perdermi in un sorriso. Ricordo quando mi hai lasciata. Tra le lacrime, non so perché ho risentito il tuo odore. E come una matta ispiravo, ispiravo tutta quell'aria cercando così di ispirare anche te. E quell'aria non la buttavo, avevo paura di buttarti fuori da me, ti volevo trattenere, volevo averti tutto dentro di me per sempre.. Volevo che tutto quello che mi stava succedendo fosse soltanto un orribile incubo. E invece era la verità. E a distanza di tempo ancora ogni tanto nell'aria riconosco quell'odore solo tuo... Ma ti respiro e ti butto fuori, forse perché ora ho capito che non si può vivere solo di odori stupendi, ma anche di semplice ossigeno. Ma posso anche dire che, a distanza di mesi e mesi di lacrime amare in cui ogni volta ritrovavo vecchi ricordi, non smetterò mai di ringraziarti. Perché anche se le tue erano soltanto parole, io ero innamorata di loro, ero innamorata di te, e non potevo farne a meno. E anche se tutto è finito, mi hai fatto vivere una favola. Una favola bellissima che abbiamo scritto solo noi. Grazie bimbo. Di aver scritto questa favola con me. Sai bene che non me la dimenticherò mai, e che forse un giorno tutto potrà tornare ad essere bellissimo, come in quei giorni piovosi di febbraio, marzo, aprile e al primo sole di maggio. In cui tutto era bellissimo solo perché c'eri tu. Ricorda che non perdo la speranza. Perché la speranza, pur essendo la prima a illudere, è pur sempre l'ultima a morire.
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