E' da ieri che piove. Rimango chiuso in casa. La voglia di uscire è pari a zero.
Ripenso a quanto tempo è passato, 500 giorni? Forse di più..
Eppure sei ancora lì, fulcro dei miei pensieri, dei miei rimorsi. Ho provato a dimenticarti, credimi, ho fatto di tutto, ma ogni volta che ci stavo quasi riuscendo ecco che arrivava puntuale una tua telefonata, vuota ed inutile, ma essenziale per ricordarmi ancora una volta della tua esistenza. Ho barbarizzato il mio cervello, fatto a brandelli la mia coscienza e passato mesi a rimorchiare turiste, ma nulla è servito: sei sempre la prima cosa a cui penso quando mi sveglio.
Mi manchi da morire e la triste consapevolezza di tutti i miei sbagli mi accompagna, silenziosa, ovunque io vada.