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Dedica a cui stai rispondendo

Ho chiesto di poterti riavere. Ho pregato. A lungo. In silenzio. Ho chiesto di avere ancora un po? di tempo per me, per te, insomma, un attimo ancora per noi. E già so che comunque non mi basterà. E non sono certa di poterlo avere, di vedere esaudito il mio sogno impossibile. Sono andata oltre a quello che ci è dato modo di chiedere, di ottenere, di poter semplicemente avere.
Sorrido ripensando ai bei momenti passati con te, poi distolgo la mente da quei bellissimi pensieri, ricordi, per non piangere, ma basta una cosa qualsiasi, un piccolo gesto, una parola, anche solo un sospiro e mi riconquisti facendomi venir voglia di urlare perché non ho saputo imprigionare il tuo cuore al mio.
E mi manchi, mi manchi come la voglia di avere ancora sogni e incertezze, paure, indecisioni ed entusiasmo. Di non sentirmi tradita. Nei miei ideali, nel mio fisico, nel mondo che mi circonda. Nelle attese, nella speranza che qualcuno mi sorprenda, sperando che quel qualcuno sia di nuovo tu. Ecco, io vorrei di nuovo rimanere stupita, incantata, scoprendo qualche cosa che mi lasci senza parole, qualche cosa che non avrei mai potuto immaginare. Ma non è così, non più, da troppo tempo.
Per essere felice avevo puntato in alto. Ho chiesto ciò che non mi è di certo possibile chiedere. Il tuo amore. E quasi mortificata mi piego su me stessa e rivolgo lo sguardo a terra, e mi sembra così sporca tanto quanto è stato grande il mio disperato e assurdo tentativo di richiesta. Eppure credere è bello. Da forza, non mette ne limiti ne confini, ci permette di vivere questa vita credendoci capaci sul serio di arrivare fino in fondo. Verso una lacrima perché mi manchi, ragazzo, penso a te ogni giorno.
Ci fu un tempo in cui non ero sicura, ma tu hai portato la mia mente alla tranquillità. Non ce dubbio, sei nel mio cuore, ora, quel cuore me lo hai preso. E siedo qui sulle scale, perché preferirei essere sola, non ho tempo per il gioco, perché ho bisogno di te.
Per favore ricorda che non ho mai mentito, e ricorda come mi sono sentita dentro quando stavo con te, e ricorda come sono stata quando mi hai detto che non volevi più andare avanti, sia la prima che la seconda volta.
?Non sono più sicuro di volerti bene?. Sette parole. Crude. Amare. E ora? Niente. Puff. Sparito. Quasi per magia. Ma quelle stesse parole, quelle sette parole, io le ho ancora dentro. Una fitta al cuore. Più di mille pugnalate. Le sento. Le sento distruggermi, lentamente. Sette tamburi dai suoni più scuri dentro di me. Avverto il dolore e lo tocco. Si! Fa male. E ferisce, e non molla. E annienta. E lascia li a terra sconfitti dal proprio amore. Senza forze, senza più voglia di andare avanti, di continuare. Senza più ambizioni, sogni. Senza più certezze. Quelle sette streghe fuori dalla sua bocca. E il silenzio. Silenzio che vorrebbe urlare. Sprigionare la sua rabbia. Poi un bacio dato sulla guancia. Un bacio che sapeva d?addio! Che mi faceva male. Ma che per un attimo mi ha ridato la speranza. La speranza di credere ancora in noi.
Quei baci che ci davamo, mi sembrava di vivere quei baci. Per il suo accarezzarmi. Per le sue mani. Quelle mani che conosco bene. Piccole esploratrici su di me. Ora forti, decise, sicure.
Quelle mani ancora una volta sul mio corpo nudo. Nessuna vergogna. Non ne ho più. Lo credo parte di me ormai. Lui. E i suoi occhi che mi fissano. I miei non ci riescono. No. Sono macchiati di lacrime. Ma lui adesso è dentro di me, ma non solo col corpo, ma anche con tutto il resto. Con gli occhi. Con gli abbracci. Con i ricordi. Con i sorrisi. E con tutto il bene che gli voglio.
Fuori piove. Il tempo sembra capirmi. Esco in terrazza. E le mie lacrime si confondono con il pianto del cielo. E vorrei gridare al mondo ciò che provo. Apro le braccia, come se volessi abbracciare le stelle che tristi mi guardano. Ma non posso, sono troppo lontane. E mi sento così piccola di fronte a questo universo in lacrime. E mi sento di nuovo sola.. come dice la canzone: ?e due occhi sono pochi per questo immenso, e capisco di essere solo... ho bisogno di dividere tutto questo assieme a te... sto chiamandoti! Sto cercandoti! Sono solo e lo sai, è un messaggio per te! E se è vero che ci sei a cacciar via la solitudine di quest uomo che ha capito il suo limite nel mondo...? che bella questa canzone... quanti ricordi... e poi sempre di Biaggio c?è un?altra canzone bella che si intitola: ?quanto tempo e ancora?... e fa: ?e mi viene da star male e sento che se te ne vai adesso io potrei morire... saluti e baci poi prendi e te ne vai! Sì! Forse è meglio! Così non mi vedrai piangere poi ridere poi prenderti un po? in giro, fingere davanti a tutti di aver dimenticato.?
Non voglio svegliarmi. Voglio restare tra i miei sogni. Lì posso ancora vederti amore.
L?impatto con la realtà è brutto, ma io ci ho sbattuto contro. Un muro impenetrabile di concretezze. Fa male. Ma è la vita. E io non la posso cambiare. E vorrei, ma non posso. E mi sento di nuovo incapace. I miei occhi cominciano inevitabilmente a bagnarsi. Fermo con la mano i grumi d?acqua che si posano sulle mie guance. Sbatto le palpebre. Faccio un sospiro. Cerco di controllare le mie emozioni. Ma da sola non riesco a calmarmi.
Quante volte ho rincorso le parole che portavano da te.
Quante volte mi sono persa in quegli abbracci che duravano tutta una vita.
Quante volte ho visto il sole e mi è sembrato scuro in confronto all? amore.
Quante volte il passato è stato zitto. Quante promesse. Quante favole. Quanta vita. Quanto ti voglio bene. Troppo. No! Troppo no! Perché troppo è abbastanza. Io non ti voglio mai bene abbastanza. Perché ti voglio bene ogni giorno di più.
Penso a noi. Un'altra fitta su nel petto. Più forte. ? Amore mio come farò a rassegnarmi a vivere...? una canzone. Una delle tante che mi fa pensare a te. La canticchio nella mente. E poi così. Un ricordo. Uno dei nostri. E un altro film mi si forma nella testa.
A volte quando sei innamorato faresti di tutto per il tuo amore. Io adesso farei di tutto per te. Perché non ti rendi conto di quello che hai perso? Io che potevo amarti. Io che ti potevo e che ti ho dato il mio cuore. Io che ti avrei reso felice. Io che ti avrei fatto Re del mio mondo. Io che ti avrei dato il ruolo da protagonista nei miei sogni più belli. Forse un giorno capirai. O forse no.
E chiudo gli occhi, quando li riapro lui è già lontano. E io resto lì, a fissarlo andar via. E vorrei tanto che si girasse in dietro, che mi facesse ancora un saluto, ma sarebbe solo un altro semplice dolore perché non finirà mai la voglia di averlo ancora vicino.
Ti vedo lontano, su una strada che ti porta via da me. Ti vedo nel buio, ma non te ne accorgi e continui a camminare. Ti vedo in mezzo alla neve, ma non senti freddo. E vorrei illuminarti la via, e vorrei darti tutto il mio calore. Ma sei già troppo lontano. Corro, e non posso raggiungerti. Non ti volti in dietro. Per te non esisto.
Adesso anche qui manca la luce. E ho freddo.
Voglio parlarti. Voglio dirti che mi sono divertita. Che posso fare a meno di te. Che sto bene. Che non mi manchi. Divento anche bugiarda.
Ti penso. E ti rivedo in quel girone infernale. Tu, piccolo diavolo causa delle mie ferite.
Cattivo, con gli occhi rossi, il viso scarno, la pelle infiammata e l?aria affamata.
Vuoi mangiarmi. Vuoi prendermi a morsi e farmi soffrire lentamente. Vuoi che ti senta nel mio dolore. Vuoi sentirmi gridare mentre mi afferri con i tuoi denti aguzzi. Vuoi strapparmi la pelle e nutrirti con il mio spirito. Vuoi inghiottire il mio corpo e farlo tuo. Vuoi azzannare la mia natura. Vuoi dissetarti con le mie lacrime. Vuoi succhiare il mio sangue. Io non scappo. Voglio che tu sia sazio di me. Voglio sfamarti. E darti tutto l?amore che ho dentro. Voglio inondarti di passione.
Mi vieni a prendere. Salgo in macchina. Non so come comportarmi. Non so che dire. Ti guardo. E non parlo. Ti vedo freddo e distante. Accendi la musica. Poi sposti la macchina in un posto più isolato. Ti fermi. E mi abbracci. Un abbraccio che non capisco. Anch?io ti abbraccio, ma il mio ha un significato.
Non dici una parola. Mi baci. Ti bacio.
Cosa vuol dire?
Dimmi che le cose sono cambiate. Sbattimi in faccia il tuo amore. Torna da me. Come prima. Sento la tua bocca. E mi accorgo di conoscerla. L?unica bocca che voglio assaggiare. Le tue mani strisciano su di me. E io le lascio andare. Non le fermo. Libere, verso confini già attraversati, tante volte.
E sai cos?era bello? Era bella l?abitudine dell?amore. Le risate di cuore. Era bello vederti all?uscita di scuola. Era bello vederti inventare scorciatoie isolate per restare un po? solo con me. L?affetto. Le corse. Il prenderti in giro. I baci. Le interminabili chiacchierate raccontandoci di noi, raccontandoci la vita, e parlavamo di noi, del futuro. La tua voce. Il sentirti dire ?ti voi bon?. Le carezze. I sorrisi. Erano belle quelle canzoni ascoltate con te. Cantarle pur essendo stonati. Era bello vedere la vita passarmi accanto e prenderla, godermela tutta. Erano belli gli sguardi. Le mani. Le lacrime, si! Pure quelle. Era bello fare pace con te. Abbracciarci. Darci. Farci. Amarci. Era bello esserci. Esserci con te. Sapere di esistere per qualcosa che valga la pena di essere vissuto. E il tuo umorismo. Il cielo, e sotto noi. Il sapore. Il sudore. L?attesa. La sorpresa. La voglia. La comprensione. I segreti. Il potermi fidare di te. Il sapere che non mi avresti deluso. La certezza. Le labbra che si uniscono. Le dita che giocano a scrivere l?amore. Era bella la passione, i tuoi ?buona notte cuore?. Le tue parole. Il tuo assaggiarmi. La sensazione di non essere sola, di avere sempre qualcuno accanto. La pazzia. Il vederti nei miei gesti. Sentirti. Sarebbe stato bello anche domani con te!
Ho una voce che mi batte in testa è raggrumata dai ricordi che non vogliono andarsene. E che mi intima di non lasciarmi illudere. Un vetro spessissimo di realtà masticate per bene. Di giochi visti troppe volte, e troppe volte banalizzati.
La vita è una giostra. Gira, gira, gira. Senza sosta. Tutto in tondo. E mentre gira, sale su e riscende. Veloce, fa quasi paura. E in questo continuo saliscendi, senti tutta l?adrenalina salirti su per la gola, senti il cuore, quei battiti che si fanno sempre più veloci. Quelli che non riesci a seguire. Quelli che ti confondono. E senti l?aria, dentro. La senti riempirti di tutto, e poi arrivi su, e quello che c?è là sopra supera ogni cosa. Supera la paura. L?ansia. Vedi quello che da sotto avevi solo sognato. Riesci a toccare le tue fantasie. Riesci ad aprire gli occhi e a essere felice. Riesci a guardare in faccia il mondo, e a sorridere. E anche se dura poco, quel poco si sente di più. E si ricorda di più. E si vive più di qualsiasi altro molto. Quel poco, è quello che ti fa dire: ?ce la farò?. Ce chi vive per quel poco.
Dopo... Dopo si scende. È un secondo. È un brivido. È panico. E sotto non è come prima. Sotto è attesa. È battaglia. È pianto. È delusione. È inganno e illusione. Alzi gli occhi, e vedi il cielo, senti che adesso non puoi arrivarci. Senti che la giostra resterà bassa. Che continuerà a girare, e tu a piangere, non si ferma e rimane giù. È molto, è tempo di un rimpianto, quello che senti nel cuore.
Trovo una risposta ad una domanda che mi ero fatta un paio di anni fa: quanto vive una lacrima? Molto. E la mia giostra scivola giù. Sempre più giù. Incontra il mio essere. La mia delusione. Il mio molto.
Le parole, a volte, dette da chi non ti merita, non valgono niente. Le frasi e i discorsi. Le emozioni che si parlano. Mi ero fidata. Fidata ciecamente, ci avevo creduto fino in fondo. Noi avevamo già un futuro, lo disegnavo in mente, coloravo i momenti che avremmo passato, quelli importanti, quelli che si ricordano, perché quando si sta insieme si è sempre in attesa. Si aspetta sempre il momento più bello, quello che se arriva ce ne sarà sempre uno dopo, e una strana fretta ti assale, e vuoi creare gli attimi. Vuoi che sia come dici tu, ma quando arriva quel momento tutto ti sembra molto di più di quello che avevi sognato, desiderato. Poi però, inevitabilmente tutto finisce, e tutto passa. Ma il momento più bello l?hai già delineato tra i pensieri, e la fretta scompare. Ed è piena di speranza. Una speranza che rimane vana e inutile, ma è la sola che riesce a farti andare avanti. E quella speranza io non l?ho mai persa, e il mio cuore non si è mai svuotato di te, ne è sempre rimasto colmo, ho sempre mantenuto la tua immagine.
Hai visto? Queste non sono parole. Rumore. Rumore bianco. Rumore sordo. Rumore acceso. E lo sento solo io, rimbomba nella mia testa. E batte. E non si ferma. Porto le mani alle orecchie per placare questo chiasso. Ma non cambia niente. Mi insegue. Mi corre dietro e scappo. Ho paura, grido e scappo. Pazza. Non mi lascia, mi rincorre. Poi me ne accorgo, è dentro me. È la mia anima. Non sono parole. Questo è lo sciogliersi della mia anima. Non mi era mai successo.
Si sta insieme per un perché che non ha risposte. Perché l?unica risposta sarebbe: ?non vivo senza lui/lei?. Si sta insieme perché ci si sceglie tra tanti, perché è proprio quella bocca che voglio sulla mia. Perché tra i miei giorni è quel ricordo che desidero portarmi dentro e ci penso sempre, la mia mente cerca di persuadermi, non è giusto! Non è così che deve andare! Fermati! Ma il mio cuore urla più forte, urla tutto l?amore che ho in corpo, urla la rabbia e la paura, la paura del futuro. Ho paura di quello che mi succederà. Ho paura di rimanere di nuovo da sola. Ho paura di amare ancora. E poi urla tutta l?emozione.
È una lotta continua. Mente e cuore. E vince sempre lo stesso. So che sto sbagliando. Ma non importa, tanto non so fermarmi. E sai che c?è? C?è che i pensieri corrono indietro a cogliere frasi che credevo di aver rimosso dalla memoria e che invece sono ancora li! E poi penso, penso a quegli attimi, solo nostri. Tu e io, perché nessun altro poteva capire. Perché era bello così. Tenerci in un respiro. Regalarci un?altro sole, più vivo, più vicino perché la giostra saliva.
Era un continuo scoprirci speciale. E nella vita ci si sente tali solo se si ha qualcuno accanto pronto a ricordarcelo.
E ti vedevo abbandonarmi e perdevo ogni speranza, e le voglie aumentavano. E il cuore soffriva, impazziva, tremava. E tu sempre più distante, fino a confonderti col nero.
Qualche cosa si muove dentro me, è il dolore. Quel laccio: ? ti legherei con un laccio al cuore che ti faccia male quando te ne vai? e in quel momento il mio cuore si spacca in due pezzi: uno per venire da te e l?altro per fuggire via, dove non si soffre... avevo una sensazione di una morte interiore. Il mio spirito urlava e gettava rancori sulle mie promesse infrante. E sbatteva contro le pareti della mia forza, sgretolandole con modo aggressivo.
Sforzo i sorrisi, fingo una pacata serenità, scherzo, rido. Copro il mio essere con un velo bugiardo, ma quando c?è vento si alza e fa vedere tutto il dolore.
Catullo dice: povero Catullo, smetti di vaneggiare,
e quel che vedi essere morto, consideralo morto.
Brillarono un giorno per te giorni felici.
Quando solevi andare dove ti portava la ragazza
Amata da me quanto nessuna sarà amata.
Là si facevano quei molti giochi d?amore
Che tu volevi, che lei non rifiutava.
Brillavano davvero per te giorni felici.
Ora lei non vuole più: e anche tu, seppure tu
Non lo possa non volere,
e non seguire lei che fugge, e non vivere
infelice,
ma con animo risoluto sopporta, resisti.
Addio, ragazza: ormai Catullo è forte,
e non ti cercherà e non pregherà te che non lo vuoi.
Ma tu soffrirai, quando non sarai più pregata.
Disgraziata, guai a te! Che vita ti rimane?
Chi ora si avvicinerà a te? A chi sembrerai bella?
Chi ora amerai? A chi ora morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, risoluto resisti.
Io non riesco a dire così! E cosi ritorno nuovamente indietro, mi sento piccola, fragile, ingenua e imponente.
Pensavo fosse bello ricominciare, perdere la testa un?altra volta. Di più. Perdere proprio tutto. E riscoprire i brividi che dà un segreto, quando lo si mastica per bene in fondo al cuore. Quando provi a tirarlo fuori, e poi rimani in silenzio, quando vorresti e non riesci. E muori per due parole dette piano in fondo all? anima, le stesse che vorresti urlare. E poi tutto a un tratto sono qui, senza motivo. Con una voce che mi assale e mi dice che sei tu! Sei tu quello che cercavo. Ma so che è un sogno, un desiderio, e i desideri bisogna tenerseli per se. Perché la gente invidiosa li fa diventare amari e spesso li rompe.
Ma tu mi stai pulsando dentro, sento il mio cuore pulsare, come non accadeva da un po? e so che continuerò a pensarti di giorno e a sognarti la notte.
A volte mi chiedo: ? è sbagliato voler a tutti i costi ricominciare a vivere e ad amare? Si finisce sempre per soffrire??
Ma l?amore quando prende acceca gli occhi, stordisce le orecchie e appanna tutti i sensi. Io non voglio più amare, ho cicatrici troppo spesse sparse sul cuore. Ho smesso di credere amore ciò che invece è una bugia salata che striscia tra le mie ferite e fa male solo quando ne colpisce bene il centro.
Le fasce del tempo mi avvolgono, anche se da lontano, e strappano via i piaceri con la forza, ci sei tu nei miei ricordi, nei miei pensieri. Paolo ci sei tu anche se la realtà è un'altra. Ci sei tu, attaccato alla mente come le lacrime si attaccano alle guance. Ci sei tu impresso nei miei pensieri. Ci sei solo tu.
Parole non dette, parole congelate nel buio del mio cuore, in quel freddo che adesso lo avvolge. Parole che vorrebbero uscire, quasi scappare. Parole incatenate. Parole che vorrebbero gridare. Che non hanno il coraggio, che cercano quasi un permesso. E che rimangono li, in quel angolo di cuore, aspettando che qualcosa cambi, che quel ghiaccio si sciolga, ciò che è salato, momenti che vorrei rivivere. Tutto chiuso rinchiuso in quelle parole, quelle che non ti potrò dire mai, quelle resteranno li. E il mio silenzio che urla, il sale delle mie lacrime, quello che mi ritrovo continuamente tra le mie labbra. Ci sono giorni in cui sento di avere bisogno di te. Mi manca la nostra complicità. E giù... Un? altro sorso di quel mare salato. Un nodo in gola, amarezza, delusione. Quei sogni. Quelle promesse. Il mio desiderio di te. Vorrei ancora il calore di un abbraccio. Il tuo fiato sul mio collo. La tu bocca che striscia su di me. Quel sentirmi tua. Quelle mani. Quei brividi. Quella pazzia. Quel amore.
E adesso solo la mia voglia. Voglia di te. Del mio passato. Voglia troppo salata, adesso... Voglia bagnata dal mio sconforto. I miei segreti. Una parola si libera, esce. È riuscita a scappare. A sciogliere quelle catene. E ora risuona nelle mio orecchie, quasi un sospiro.
Ti amo! Detto piano, riesco a sentirlo solo io. E quasi me ne vergogno. Parole ancora in cerca. In cerca di te. Vorrei che i miei silenzi colmi, i miei pensieri ti arrivassero.
Immagina un garage, troppo grande e troppo illuminato, ma vuoto... E di colpo mi sento come questo garage. Poco piena. Come se le mie idee e le mie riflessioni fossero bloccate a interpretare un passato che non vuole lasciarmi. Così rimango ferma nella mia incompetenza, a cercare invano di riempirmi.
Aspetto qualcuno che bussi ai miei sensi, qualcuno che chieda il permesso. Non perché lo vuole, ma perché ne ha bisogno. Perché sente la sua completezza in quel permesso, in quella porta, in quei sensi. Poi i tuoi occhi su di me, così mi arrendo al mio passato. Mi arrendo a te. E cado in una voragine di memorie. Non riesco a risalire. Poi, su, nel naso, l?odore di consapevolezza: oggi non concederò quel permesso. È a te che lo voglio dare e tu non lo vuoi.
Secondo me quando abbiamo fatto l?amore la prima volta hai mosso il tuo corpo, e hai lasciato fermo il cuore. E invece corpo e cuore devono camminare insieme, altrimenti uno dei due scompare. Non far scomparire il tuo cuore, perché è lui che guida i tuoi passi, è lui che regala i momenti, e li disegna con una penna indelebile. Mentre il corpo per disegnare usa una matita poco temperata.
Da quando ti ho conosciuto, ho iniziato a vederti per strada. Tra la gente che non conosco. Ho iniziato a vederti la notte, tra i sogni che faccio. E ora non mi vuoi più.
E mi manca qualche cosa, è come se mi avessero operato e tolto qualche cosa di cui ho bisogno, e hanno lasciato un grande vuoto dentro, un vuoto che pesa, che ti paralizza e soffri pensando: ?che bello sono le otto, ora mi viene a prendere?, e due secondi dopo ti ricordi che non ti vuole più bene, che forse non te ne ha mai voluto, le parole che ti ha detto con semplicità... E ti stringe il nodo in gola, ti bruciano gli occhi che vogliono far scendere lacrime contro la tua volontà, lo stomaco si blocca, e nel cervello ti rivedi come flash-back tutti i momenti passati con lui, le risate e i pianti, le coccole e i litigi, i messaggi scritti e i sogni fatti assieme. E ti rifiuti di credere che sia finita così! E si sta male, fino ad un attimo prima sei in paradiso e subito dopo ti trovi nel più buio inferno, nel posto più orrendo, vedi tutto nero, e pensi di scappare via, mollare tutto, a volte pensi anche di mollare la vita, che è molto ingiusta, soprattutto con chi non se lo merita...
E piangi, piangi pensando a quanto era bello stare assieme, a quanto era bella quel attesa, mentre lo aspettavi, perché ti diceva: ?cuore due minuti e sono da te... ti adoro...? e poi ti dice quelle cose e ritorni indietro, ridi, ridi perché vuoi nascondere il dolore... piangi e soffri lontano da tutti, ma certe cose non si nascondono e la gente che non ti capisce ride e gode del tuo dolore.
E così riguardo i ricordi, e guardo te, che mi osservi nei miei movimenti, e guardo quegli occhi che non posso dimenticare. Ed eri qui, accanto a me, ed eri con il tuo sorriso, i tuoi occhi splendenti. Un tuo sorriso, una tua parola e mi facevi star bene.
E io qui sola, immersa nella mia solitudine penso a te che non vuoi più amare, mentre il mio fragile cuore, illudendosi crea un mondo immaginario dove i tuoi occhi brillano come diamanti rari, alimentando ogni giorno di più il bene che provo nei tuoi confronti.
Ora io sto bene. Sto benissimo. Un tuffo al cuore.
No. Non è vero. Non sto affatto bene.