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Dicono di me che sono una persona strana, particolare; penso che ognuno sia originale e irripetibile, forse in alcune persone questo aspetto è più presente che in altre. Non ho avuto una vita fino ad ora convenzionale, per via di mie particolari dinamiche, ma sono soddisfatto per come ho vissuto fino a questo momento. A volte mi estranio da tutti e vivo nei miei pensieri, suscitando le incomprensioni di chi mi sta vicino perchè pensa che in qualche modo la mia sia insofferenza verso di loro. In realtà io vivo come posso e il mio estraniarmi è un aspetto della mia personalità, non un atto di insofferenza verso alcuno. Cerco di difendermi, cerco di capire, di comprendere cose più grandi di me, ciò che mi capita e che sento dentro di me. Da anni prendo il treno quotidianamente, prima per andare all'università, ora per andare al lavoro. Un gesto semplice, banale, ripetuto, che pensi non possa portarti nulla, né in bene, né in male, né in meglio, né in peggio. Ma a ottobre ho incontrato te. Stessa ora, stesso treno. Per mezz'ora parliamo, mettiamo in compartecipazione squarci delle nostre vite con la cautela di due persone che si stanno studiando e con la gioivialità di due persone che hanno piacere a confrontarsi. E i giorni passano. Poi sono sparito per un pò. Trentaquattro giorni di assoluto silenzio, spezzato da un tuo sms proprio nel giorno di S.Valentino, il santo di cui porti il nome, al femminile, nel giorno del tuo onomastico, quando gli sms sei più abituata a riceverli che a mandarli, quando sei più portata a vedere chi si fa vivo piuttosto che a farti viva tu. Da quando ci sei non è mai passato un periodo tanto lungo di assenza di contatti come quello, finito nel giorno di S.Valentino con un tuo sms semplice, tipico di chi non ha notizie di una persona da un pò. E io sono ricomparso, e, quando c'è il sole, di nuovo la sua luce gioca con il cromatismo dei tuoi folti capelli generando quelle sfumature che mi piacciono tanto, che ti rendono carattestica e riconoscibile tra quelle tante teste che attendono il treno di mezzogiorno, quando il sole è al suo punto più alto e fa connubio perfetto con il rosso brillante dei tuoi capelli. Per mezz'ora la protagonista sei tu, una mezz'ora che passa troppo in fretta e, quando te ne vai, dopo che ci siamo concessi tutto il nostro tempo disponibile possibile, rimani dentro me e ogni tua espressione rimane impressa in me come un'istantanea, come un fotogramma. E così, quel gesto banale e rassicurante che faccio da anni, ora ha un altro sapore e non vedo più quella banchina del primo binaro con gli stessi occhi, con quegli occhi attraverso i quali l'ho sempre guardata, quelli di chi sta facendo qualcosa di scontato e di ripetuto. Io non so perchè sei capitata, in fondo sei arrivata per un caso fortuito, ma so quello che timidamente, giorno dopo giorno, gradualmente, stai rappresentando, alla luce del tuo esserci nella mia emotività, nella mia interiorità, nei miei sentimenti. E l'attesa del prossimo incontro alla stazione, ogni attesa, è via via più carica di fascino, di significato, di emozioni. Ma io continuo ancora ad essere quella persona cauta che studia colei che le sta di fronte, per quanto possa serenamente ammettere di essere coinvolto. Forse occorre più strategia con te che in una partita a scacchi. O forse ho troppa paura di bruciarti, perchè davvero sei troppo preziosa per rischiare. Aspetto semplicemente quel giorno, quell'ora, quel treno, che mi porteranno al prossimo incontro con te, quando di nuovo i tuoi inconfondibili capelli rossi torneranno a dialogare con il sole e noi potremo avere un'altra mezz'ora a nostra dispozione per parlare, prima di essere restituiti ai nostri impegni. E quando arriva il weekend il tempo rallenta, mentre mi domando : che cosa starai facendo? Non so come andrà avanti, non so che cosa succederà, non so come andrà a finire, sono troppo le cose che non so e mi fermo qui nella mia riflessione. So solo cosa vorrei, ma a volte la paura di perdere e più forte di quella di vincere e questa situazione di stallo non sembra che finirà tanto presto. Ti voglio bene, e forse qualcosa in più, ma aspetto di avere il diritto di farlo per dirtelo. Al nostro prossimo incontro.
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