L'invio delle risposte è gratuito, le informazioni del mittente sono opzionali.
CATEGORIE
L'invio delle risposte è gratuito, le informazioni del mittente sono opzionali.
Dedica a cui stai rispondendo
Il punto dolente è che spesso il dolore è talmente acuto che la nostra volontà, ovvero la capacità di vedere, viene annullata. Annullata dall’insicurezza, dalla paura di non riuscire o perfino di riuscire.
Io son passato per quasi tutti gli stadi di sofferenza che la solitudine può portare: disturbo ossessivo compulsivo, ansia e fobia sociale (quella che mi attanaglia ora), disperazione cosmica, pessimismo filosofico, schifo del mondo, fallimenti, frustrazioni.
Eppure c’è sempre un vago senso di colpa perchè sento di non riuscire ad apprezzare la vita come converrebbe. Poi però, quando vorrei farlo, so di avere troppe ragioni per non farlo.
Una di queste è la paura. Paura di tutto.
Anche di andare in un supermercato a fare la coda e trovare una cassiera che ti risponde male e sentirsi una mer*a. Paura che capiti qualcosa anche se non capita niente, ma sapendo che potrebbe capitare a me come a tutti.
Paura della solitudine, ma anche di non saper gestire i rapporti. Paura di avere paura e di essere o troppo remissivo o troppo aggressivo. Paura di perdere persone a cui tieni o di tenerti quelle di cui te ne freghi.
E’ la Solitudine che genera la Paura. E’ la Paura che genera Solitudine.
Per poi vedere un raggio di Sole e sentirsi in colpa perchè, in fondo, sono fisicamente sano, tutto sommato ho una famiglia, due gatti meravigliosi, un tetto sulla testa.
Credo che la ricetta per vincere la paura sia l’Amore. ma l’amore è raro, rarissimo. Forse è solo un’idea, o un qualcosa che capita come fosse un gratta e vinci.
Quanto ci sarebbe da dire sull’Amore. E sulla solitudine e la paura. E sul suicidio, che potrebbe essere una soluzione, ma che genera una fottuta paura.
Ora sono in terapia, da una psicologa che mi piace molto. Forse troppo; e questo potrebbe essere fonte di guai. Guai del tipo: un inaspettato, non voluto e inatteso colpo alle endorfine. Insomma, è una mia coetanea molto, troppo carina e interessante. Forse è solo una sciocchezza la mia, ma fa pensare: ché anche quando si ha un contatto con una persona che ci fa stare bene, ecco che scatta la fregatura. Per ora vado alle sedute e mi sento meglio e probabilmente le mie endorfine rimarranno a posto loro. Prendo anche dei farmaci e devo dire che su di me sembrano non avere alcun effetto, nè positivo, nè negativo. Nel senso che ho molta difficoltà a valutare il loro apporto.
In questo momento non sto bene e non ricordo l’ultima volta in cui son stato bene, forse all’asilo.
Ma all’asilo le nuvole erano bianche, il cielo azzurro, la mamma mi proteggeva e mi bastavano i miei giocattoli. O forse no; forse già allora soffrivo. Non saprei. Nel dubbio preferisco ricordarla come una stagione felice :-).
Son passati oltre 25 anni da allora. E la parola “suicidio” mi torna in mente ogni giorno, anche solo per studiarlo, per considararlo cercando di conoscerlo.
Alla mia psicologa ho detto che probabilmente è così che morirò, magari tra 60 anni, ma è così che morirò. Forse no, non lo so. Ma penso al suicidio come ad una opzione mia e solo mia. Mandare tutti a quel paese, senza retorica, senza una spiegazione da dare.
Forse imparerò a convivere con me stesso e con questo mondo marcio e mi farò una ragione del silenzio di Dio (a meno che una volta tanto non si faccia vivo).
Non so, e non so neanche se rispettare di più chi vive e soffre fino all’ultimo o chi si è ammazzato e ha pagato completamente il suo debito.
Io so solo che ci sarebbe bisogno di Amore, ed è merce rara. Di Pace (che dell’amore è il terreno fertile) e vedo solo una lotta tutti contro tutti. E poi solitudine, incomprensione e ignoranza. Con qualche sprazzo di luce ogni tanto e qualche pepita d’oro che ti fa dire:”Andiamo ancora un po’ avanti”.
Ok, andiamo ancora un po’ avanti.
© 2001-2021 by SCRIVILO - Tutti i diritti riservati
p.iva 01436330938