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Sono troppo malvagia e stupida per togliermi la vita. Ogni mattina guardo quel tunner dove passerà il treno che mi porta a lavoro, e vorrei che qualcuno mi ci spingesse. Io non ho il coraggio di farlo. Mi metto in auto e giro per il quartiere e penso di spingere il pedale dell'accelleratore e schiantarmi contro un muro, ma non riesco a farlo. Perchè? Non amo la vita, non amo me stessa. Non sono capace di amare o di provare sentimenti positivi verso le persone che mi amano, non so prendermi cura di nessuno, nemmeno di me stessa, ma non riesco a farla finita. So che devo pagare per il male che ho fatto: a mia figlia, per averla messa al mondo e per non riuscire a renderla serena e ad insegnarli cose belle; alla mia famiglia, per attaccarli sempre e non prendermi cura di loro e dargli solo delusioni; per Alberto, per averlo reso infelice per tanti anni, per averlo deluso, ingannato, illuso, rovinato e torturato.
Sono un'essere inferiore e maledetto. Sono un nulla e capace solo di fare del male. Non è depressione, è malvagità, sono senza cuore e in tutti questi anni non ho fatto altro che dimostrarlo. Ci sono migliaia di prove, di fatti, non è la mia distorsione dei fatti, ma la realtà, la verità. Distruggo tutto ciò che di bello mi si avvicina, e devo pagare per questo.
Non cerco conforto, nè empatia, nè commiserazione, nè comprensione, non cerco nulla e nessuno. Non ho bisogno di nulla e di nessuno. Voglio solo rimanere sola con me stessa e ricordare e punirmi ogni istante per quello che ho fatto. Solo il mio dovere di mamma mi fa ancora convivere con mia figlia, dargli da mangiare e da vestire. Ma se potessi, me ne andrei, così lei potrà vivere
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