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Dedica a cui stai rispondendo

Ci sono sere come queste in cui ho un disperato bisogno di aprire questa pagina bianca e scrivere. Non progetto mai quello che butterò giù in queste righe, mi piace improvvisare e decidere al momento, in base a quello che mi gira tra i pensieri. Non mi importa che siano pensieri d’amore. D’amicizia. Di tristezza. Di felicità. Di illusione. Di rimpianto o rimorso. Non mi importa. Ho voglia di scrivere e allontanarmi dal mondo. Pensare. E ora, tra tutti i pensieri, c’è solo lui.
C’è quel sabato sera, quando, improvvisamente mi propose di dormire con lui, forse per necessità di affetto, di amore. Forse perché sapeva quanto io avevo da offrigliene. Quanto amore io abbia dentro per lui, nonostante abbia cercato fino ad allora di mascherarlo e nasconderlo infondo al mio cuore, per paura. Paura di sbagliare tutto con lui, di pressarlo troppo, di spaventarlo, di allontanarlo. Non avrei mai sopportato di perderlo per una mia ‘parola’ in più. Ma quante volte avrei voluto urlaglielo in faccia cosa provavo! Ma non potevo, ho sempre dovuto trattenermi e andare avanti fingendo di non provare nulla, sperando che un giorno fosse lui ad accorgersi che quello che provava verso di me altro non era che Amore.
Quella sera, dopo avermi confessato che da due giorni ero tra i suoi pensieri, mi chiese di dormire da lui, come ho preannunciato prima. Stupita più che mai da quella sua domanda, l’istinto fece uscire dalla mia bocca un ‘sì’ convinto, d’altronde non avrei desiderato altro che svegliarmi con lui accanto. In quel momento provavo due sentimenti opposti: gioia e paura. Sentivo di essere felice perché finalmente, per una volta, aveva deciso di mettere da parte l’orgoglio e aprire il cuore; ma sentivo di essere spaventata per ciò che sarebbe successo domenica mattina.
Avevo la paura che si svegliasse, mi trovasse accanto e si rendesse conto di aver commesso un errore, che non volesse me nel suo letto, che capisse che infondo non ci teneva così tanto. Ma tutte queste paure vennero sconfitte appena salita in macchina insieme per andare verso casa. Penso quelle paure siano state normali, ma avevo deciso di non avere rimpianti, di cogliere l’attimo (Carpe Diem), come dice Catullo. E se non lo coglievo sono sicura che mi sarei pentita per il resto della mia vita.
Ero in imbarazzo distesa a letto con lui, non avevo la confidenza in tante cose. In tante piccolezze. Non c’era la confidenza di spogliarmi davanti a lui e indossare la sua maglietta per dormire. Non c’era la confidenza di togliermi il trucco e tornare in camera con quel viso da bambina che mi ritrovavo. Non c’era la confidenza di abbracciarlo e respirargli sul collo mentre dormiva. Ma erano tutte paranoie mentali. Lui riuscì a mettermi a mio agio fin da subito, lui con disinvoltura si tolse i jeans e la maglietta e si buttò a letto, lui con tanta simpatia mi disse che se volevo potevo usare il suo spazzolino. Addirittura il suo spazzolino? Ma cosa gli stava passando per la testa? Lo sentivo mio. Per una sera era solo mio.
Ci siamo nascosti sotto le coperte. Ho passato la notte più confusa, ma emozionante della mia vita. Avevo paura di svegliarmi da un sogno. Sentirlo respirare nel sonno e abbracciarmi durante la notte era un’emozione talmente bella che non mi sembrava vero. Non ho dormito molto quella notte, un po’ per l’imbarazzo e un po’ perché volevo godermi appieno quel momento e se mi addormentavo era come perdermelo completamente. Certo, ovviamente un po’ di ore ho dormito, ma non quanto lui. Quando alle 9 di mattina mi sono svegliata, lui era alle mie spalle. Da dietro mi abbracciava e la sua mano era sulla mia pancia. Il suo viso sfiorava quasi i miei capelli. Mi sarebbe piaciuto girarmi verso di lui, dargli un bacio e dirgli “buongiorno amore mio, dormito bene?”, ma non avrei mai avuto il coraggio. Con lui non ce l’avrò mai, è più forte di me. Chissà come l’avrebbe presa se gli avessi detto proprio così quella mattina. Soffro terribilmente nel non riuscire a capire cosa gli passa per la testa. Il suo modo di fare da ‘sostenuto’ alle volte non lo sopporto, ma lo desidero talmente tanto al mio fianco che questo suo difetto passa sempre in secondo piano.
Insomma, quella mattina non ho avuto il coraggio e sono stata ancora mezz’ora ad occhi aperti, a immaginarmi il suo viso dietro di me che dormiva, a chiedermi se fosse la realtà, a desiderare che un giorno tutto questo possa diventare qualcosa di concreto e a farmi i miei film mentali su cosa potremo fare, scoprire e apprezzare insieme. Su cosa potremo costruire passo dopo passo, mattone dopo mattone.. Se solo il terreno fosse fertile come vorrei io.
Quella mattina ho scoperto cosa significa quando il cuore ti schizza fuori dal petto; e rinasci, ma non da sola stavolta, no. Nasci insieme a lui. Te lo ritrovi accanto e forse lui non lo sa, ma quella mattina siamo nati insieme. No, non lo sa, non lo saprà e capirà mai.