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Ieri mattina ho trovato questa poesia girovagando tra un sito e l’altro:
“Verrà il giorno in cui quei due s’ameranno. Verrà, io vi dico che verrà. Non so se sarà domani, o fra un mese, un anno, o forse un decennio, ma io son sicura che verrà. Smetteranno di evitarsi, di raccontarsi bugie. Smetteranno di respingere uno gli sguardi dell'altra.
Smetteranno di tenersi lontani, di reprimere l'istinto, e la ragione lascerà il posto a quel che sarà.A more? E’ troppo presto per dirlo. Vedremo, vedrete. Quel che so è che arriverà il giorno in cui smetteranno di cercarsi senza trovarsi mai. E si troveranno. Verrà. Verrà il giorno in cui quei due s'ameranno.”
Sì, è destino anche tra noi. Io lo sento. Lo sento ogni volta che incrocia il mio sguardo. Ma non posso dirglielo, ora devo avere quella forza necessaria per lasciarlo andare. Per fargli capire che ora questo ‘gioco senza regole’ non fa per me. Per fargli percorrere infinite strade finché un giorno non si renderà conto che la strada giusta sono io. E se ne renderà conto. Non so tra quanto, forse un mese, un anno o addirittura un decennio, ma capirà la mia importanza, capirà che sono sempre stata l’unica che potesse amarlo per quello che è, per il suo passato, per i suoi difetti, per i suoi sbalzi d’umore, per le sue crisi, per le sue indecisioni.
Ma ora non c’è tempo. O meglio, ora non è il tempo giusto per dirgli tutto quello che penso. Ora non posso raccontargli quante giornate diverse avrei voluto trascorrere con lui in questi giorni di sole; non posso confidargli che io la sua permalosità e il suo orgoglio, il suo modo di fare da ‘duro’ mi fanno sorridere, impazzire e non sono difetti per i quali come un’altra magari me ne andrei; non posso mandargli quel messaggio che vorrei, fare quella telefonata, aprire il mio cuore. Non posso essere me stessa. No, non posso, deve capire cosa realmente vuole e può farlo soltanto da solo, non c’è altro rimedio. Non posso insistere, stare accanto ad una persona confusa, che deve fare le sue esperienze, riprendere in mano di nuovo la sua vita. Quella vita che stava rischiando di buttare via per sempre. Quella vita che a me però non ha mai spaventato, perché sono sempre stata sicura, anche quando gli altri insistevano nel farmi cambiare idea che un giorno lui ce l’avrebbe fatta ad uscire da quel tunnel. E così è stato. Avevo ragione. E sento di avere ragione anche quando dico che il destino ci vuole uniti.
Ci vorrà del tempo perché lo capisca, io non aspetto ‘per sempre’, ma per ora mi va di dire semplicemente “Lo aspetto“. Magari quando tornerà io avrò già trovato un altro uomo, magari non avrò più gli stessi pensieri, magari non ci sarò più. Ma qui, in questa partita, è solo lui che rischia, e rischia un prezzo alto da pagare, io. A fine partita, se soffrirò, rimarrò comunque dell’idea che l’unico perdente è lui che perde me. Capirà.
Penso che quando si perde qualcosa non ci si è badato abbastanza, perché se ci tieni veramente ci stai attento, te la leghi stretta.
Altre volte ho paura invece di lasciarlo andare, anzi di andarmene, perché ho paura che se non sfruttiamo questo momento per viverci passo dopo passo, finiremo con il perderci. Non so spiegare bene cosa intendo, è un pensiero che sento particolarmente mio e alle volte, come in questo caso, fatico a spiegarlo. Intendo dire che se ora non proviamo a conoscere i nostri difetti, i nostri pregi, i nostri bisogni, se non cerchiamo di vivere insieme un po’ di felicità e provare a scoprire se insieme stiamo bene, non ci sarà più il tempo. Insomma, se ognuno ora prende la propria strada, ho paura che poi non ci incontreremo mai più ad un incrocio.
Se seguo la prima linea però, sono sicura che ci rincontreremo e a quell’incrocio per mano decideremo di prendere la stessa strada.
Quindi scappo, me ne vado da lui perché sarà destino. Punto.
Lui è il sogno irrealizzabile. E’ la paura di crescere, la voglia di amare, il desiderio di scappare. E’ tutto ciò che ho sempre sognato, ma è intoccabile. Come un volto al di là di uno schermo invisibile, come il personaggio di una vita ideale. Costruire illusione su illusione, una casa fatta di speranza era il mio unico obiettivo, ma la base è sempre stata un cumulo di macerie. Io però, di quella speranza voglio continuare a vivere e in un futuro so che poseremo con costanza un mattone sull’altro, nonostante tutte le ferite e le incoerenze. E lo faremo per me, per lui, per noi. L’importante sarà trovarsi. Sempre.
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