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Questa doveva essere la lettera rivolta a te, quello spazio bianco solo per noi; questa sarebbe stata la prova di quello che sento, questo è ciò che non ti dirò mai:
"Non ho mai detto ad un ragazzo "ti desidero", a te l'ho detto. Io ti ho scelto, dopo 3 anni di buio, di vuoto e di miseria, io ho scelto te. Per la prima volta, ho deciso. Non ti chiedo di capirmi, né di assecondarmi. Puoi arrabbiarti tutte le volte che desideri, anche se non ne hai motivo, ma... ascoltami.
Ho sempre pensato che la verità non è mai una offesa. Che sia la mia o la tua, non è una offesa, è un giro di parole, è un nodo alla gola, è una convulsione del cuore. E' un pensiero che non può far male. Se fa male, è solo per immensa fragilità.
Ho curato e protetto il tuo cuore oscuro, i tuoi segreti, la tua voglia non di affrontare tante cose con me, lo capisco, non è un dovere. Non avevo bisogno di uno svago o di una buona ragione per mettermi in moto. E' capitato, questo non l'ho deciso. Io non riesco a comunicare come gli altri, non so farlo e tu non sai quante volte ho desiderato ascoltare la mia voce, aspettare quelle parole sgorgare dalle mie labbra, ma altri sono stati i suoni e altre le parole. Più intense, ma meno comprensibili.
Mi chiedi di capire perché reagisci così, dici che non capisco quando parli di te stesso e non attacchi me. No, non lo capisco, e non perché non sappia farlo, ma perché ho troppo rispetto per te per decidere da sola quello che hai detto. Non mi sono mai sentita debole, non ho mai avuto il coraggio di farlo e quante volte son crollata da sola, nel buio di una stanza. Quante volte non ho parlato per timore di non esser creduta. Tu questo lo sai... perché sei come me. E proprio per questo, sai che non hai bisogno di risposte normali, non da parte mia. C'è sempre qualcosa dietro... c'è sempre stato altro oltre le parole... ma abbiamo avuto entrambi la presunzione di esser capiti, di dover esser capiti senza un cenno in più. Questo è stato un grande errore. E se stasera sono qui, a piangere, a sentirmi morire, spaesata, è solo colpa mia, per averti assecondato. Ci siamo affondati, tu mi affondavi e gridavi una reazione, un segno che ti facesse sentire dov'ero e io, come una banderuola inerme, come la più vile delle persone, non son riuscita a reagire e più mi urlavi addosso più mi attutivo colpi senza restituirteli. Domani, quando il sole sorgerà sulla mia pelle, forse sarà tutto finito. Forse non piangerò più. Io ti ho scelto, sceglierei altre mille volte te per sentirmi nuda e incompleta, per sentirmi viva. Aspettarti fino all'alba era solo splendido, per me.
Specchiarmi in te e farti passare attraverso il mio vuoto, era solo poesia.
Non posso costringerti a perdonarci... e anche adesso che avrei voluto dirti tutto, mi accorgo di non averti detto niente. Tu non tornerai... lo so... e io starò qui ad aspettarti. E ancora una volta non ho detto nulla di nuovo...
Prima di ritornare a tacere, prima che il vento torni a spazzare via ogni mio pensiero... forse, ho solo bisogno di parlare, per la prima mia, vera volta.
Io ti amo.
Forse da qualche parte, più giù, dove i pensieri affondano, riusciremo a sentirci."
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